Mauro Torresan: tra le righe vi spiego la mia idea di cicloturismo

Monte Grappa 12-09-2010 002
Mauro Torresan

A Sandro Vian
da Mauro Torresan (in arancione)

Ringrazio per gli sforzi profusi per tenermi sempre aggiornato sull’argomento
Invio alcune riflessioni sulla vicenda tesseramenti
Spero Li consideri come un contributo di chi vede le cose da un altro punto di vista, (e si sente tradito da chi invece di fare promozione sportiva persegue il proprio tornaconto) e non solo come lamentele fastidiose (magari da eliminare) da parte di chi non fa parte del consiglio direttivo
Grazie ciao

Vediamo i fatti.
“la comunicazione”:
La commissione cicloturistica del Veneto (di cui facevo parte) è venuta a conoscenza della scelta del certificato valido per l’attività agonistica anche per i cicloturisti nel mese di settembre e subito ha richiesto i chiarimenti utili ad interpretare questa scelta.
quindi si tratta di una scelta fatta ed imposta solo da FCI che ci trasciniamo da settembre
La risposta fu che il certificato per l’attività agonistica era previsto dal decreto Balduzzi e la Federazione si era dovuta adeguare al Ministero della Salute.
il decreto Balduzzi parla di certificato agonistico per attività agonistica non di ciò che non ha una classifica ma approfittando delle confusione si è colta l’occasione di eliminare i cicloturisti
A conferma delle informazioni fornite dal settore “Tutela della Salute” (vedi quadro sinottico), arrivava il comunicato n. 19 del 4 dicembre 2015 della segreteria generale che decretava la fine dei cicloturisti. Infatti questa categoria, da tempo considerata la cenerentola dei tesserati FCI, poteva chiudere con il ciclismo non competitivo, i campionati nazionali, regionali ecc.
credo che la FCI sia dimenticata ciò che l’ha differenziata dagli altri enti di promozione ed ha voltato le spalle agli iscritti che praticano un ciclismo non agonistico
mi sembra che la nostra società oltre a non essere più rappresentata da questo sodalizio (La FCI ha deciso di seguire soltanto chi pratica l’agonismo) non abbia le caratteristiche per abbracciare e seguire ciecamente questa federazione e che avesse il diritto di rivolgersi sul mercato e valutare ciò che era maggiormente rappresentativo e conveniente (cicloturista FCI 50 Km cicloturista UDACE o Altro ente 120 Km)
2. Il comunicato n. 3 del 26 gennaio 2016 – “Riorganizzazione dell’attività cicloamatoriale e cicloturistica”:
non si tratta certo di una riorganizzazione ma la presa coscienza da parte di FCI che avrebbe perso un considerevole numero di iscritti il tutto si traduce in minori introiti (la mancata iscrizione della nostra società avrebbe comportato una perdita d’iscrizioni non solo di una ventina di cicloturisti ma di circa ottanta persone cicloamatori e soci sostenitori e se anche le altre società avessero considerato questa opzione sono certo che il peso sarebbe stato molto superiore)
usciva (ironia della sorte) il giorno dopo della Festa del Cicloturismo Veneto che aveva visto premiare con i titoli di Campione Italiano di Cicloturismo e di Medio Fondo Cicloturismo 2015 due Società Venete, la S.C. Favaro Veneto ed il G.S. Olang) e i campioni italiani di Cicloturismo individuale sempre della S.C. Favaro Veneto. Tale comunicato rimetteva in gioco il tesseramento dei Cicloturisti con una clausola che però li poneva alla stregua dei pedalatori ecologici, creando una nuova categoria di Ciclosportivi che suonava ai più, strana per i contenuti che venivano indicati.
ciclosportivi limitati nella percorrenza chilometrica ma liberalizzati di fatto all’eventuale doping
nel contempo ha finto di assecondare le richieste dei cicloturisti ma in realtà non ha fatto altro che istituire una nuova iscrizione per chi si dedica ai circuiti “gourmet” infatti con i limiti imposti in questa categoria possono essere ricondotte solo tali manifestazioni che sono praticate attualmente solo dai ciclisti occasionali e non può essere equiparato certamente al precedente cicloturista
Il trappolone”:
La reazione delle Società organizzatrici di eventi cicloturistici (Raduni fino a 80 km.o Medio Fondo fino a 120 km.) è stata quella di abbandono delle loro manifestazioni (già in calendario 2016) per presunta mancanza di partecipanti (mediamente erano 350/400),
il dato certo è che verranno a mancare molte manifestazioni a causa del ridimensionamento delle partecipazioni che non permetteranno di coprire le spese (il limite di 50 Km e le pendenze non lasciano spazio)
ovvero passiamo in blocco all’UDACE, come se lì fosse il paradiso dei cicloturisti.
non credo sarebbe stata una cattiva decisione passare ad un qualsiasi altro sodalizio se non altro per dare un segnale forte a chi ha voltato le spalle ai propri iscritti mettendosi di fatto sullo stesso piano dell’UDACE o altri enti di promozione sportiva
Ma quello che deve colpire e far meditare è che se non vengono realizzate le prove del calendario cicloturistico 2016 scatterà il trappolone che farà dire, a chi ha deciso per questa scelta, “avete visto, non siete riusciti a mantenere quello che avevate preteso e quindi non meritate la tessera di cicloturista”.
come potranno affermare ciò se hanno di fatto tolto la possibilità di partecipazione alle manifestazioni che non siano “guormet” non credo certo che queste siano state le richieste, non le pretese, formulate
Come giustificheranno la mancata presenza nel calendario FCI delle manifestazioni? certamente anche per loro sarebbe una mancata visibilità
“La scelta difficile, ma non impossibile”:
A mio avviso il pallino è in mano alle Società che devono scegliere anche per il loro futuro. Le Società che tesserano cicloturisti in Veneto sono 185 su un totale di 465 (40%), ma ci sono anche i tesserati master (sono 334 le soc. affiliate, che sono orientati al cicloturismo), esse hanno due anime di atleti.
Se fosse stato scelto di non aderire alla FCI il calo delle iscrizioni “introiti” sarebbe stato molto consistente perche i cicloturisti si sarebbero trascinati pure i cicloamatori e i sostenitori
Gli agonisti competitivi (quelli che fanno le gran fondo cercando sempre di arrivare prima di B, quelli che amano la velocità, la salita ecc.) e quelli che si tesserano in Società per il piacere e la voglia di andare in bicicletta, con gli amici, senza agonismo e finora hanno frequentato le G.F. per poterlo raccontare ai figli, amici, colleghi ed il loro trofeo più ambito è il diploma. E’ su di loro che le Società devono orientare le loro scelte, riconsiderandoli atleti con onore e volontà di sacrificio per la pratica del ciclismo.
Questo non si potrà ottenere rimanendo e rinnovando l’affiliazione con chi ci ha detto che non esistiamo e continuare ad organizzare manifestazioni nei quali campeggia il logo di chi ci ha rinnegato
Il calendario cicloturistico non deve morire, ma rinascere per accogliere i cicloturisti che amano il territorio e le strade poco trafficate, che si fermano alle fontanelle, conoscono gli agriturismi e le azienda agricole, hanno la voglia, due o tre volte all’anno, di partecipare ad eventi cicloturistici in altre regioni, hanno una bicicletta sempre in ordine e curano la forma fisica.
Il tutto dovrà essere riconducibile ad una pratica sportiva non agonistica non certo alla passeggiata di primavera su piste ciclabili
Non devono firmare la dichiarazione etica perché non si dopano. Per loro le Società Ciclistiche devono trovare la volontà di organizzare delle manifestazioni che siano su misura per loro. Distanza tra i 70 e gli 80 km., ma anche la partecipazione alle randoneè,
quali dovranno essere i vincoli la distanza , la velocità, la classifica?
velocità controllata con gruppo compatto, percorso su strade poco trafficate e con la presenza di esercizi agricoli ed agriturismi che consentano un ristoro sano e dilettevole.
singolare che si possa partecipare alle randoneè di 200-300 Km e che il raduno debba essere in pianura e non superare i 50 Km
L’arrivo dovrebbe accogliere i partecipanti con ristoro finale e/o pasta party e le premiazioni dovrebbero limitarsi ai primi posti lasciando a tutti i partecipanti un ricordo della manifestazione.
Mantenendo le caratteristiche del cicloturista non di una pedalata ecologica
“Conclusioni”:
Se tutte le società si impegnano per realizzare un cicloturismo ecologico e non malamente competitivo allora avremo riscoperto il piacere di andare in bicicletta
Per la poca esperienza che ho nel settore mi sembra che i raduni e le medio fondo avessero già questa connotazione probabilmente non avendo abbastanza visibilità non interessano più alla FCI

Ho sentito dire in sede durante una riunione che la FCI ha scelto di cogliere la palla al balzo per eliminare i cicloturisti che sono un costo per i numerosi infortuni in cui incorrono ,di fatto però, una volta eliminati, la quota d’iscrizione dei cicloamatori ha avuto un incremento di 3 euro, cosa quanto mai singolare perché, a fronte di un ridotto fattore di rischio (eliminazione cicloturisti) è corrisposto un aumento per chi si infortuna meno (cicloamatori)

Credo si debba distinguere l’iscrizione ad un società sportiva con la stipula di un’assicurazione (FCI) e la presentazione della certificazione medica e che non si debba aver paura dei cambiamenti, soprattutto quando ci voltano le spalle ed affacciarsi sul mercato per cogliere le occasioni che ci possano far crescere svincolandosi dagli atti di fede.
Ricordo inoltre che per le comuni persone partecipare alle “gourmet” o alle padalate ecologiche non sono richieste iscrizioni ad enti sportivi ne assicurazione o certificazione medica mentre per chi si tessera FCI questi sono i requisiti indispensabili
Propongo ironicamente di ampliare il calendario dell’attività 2016 inserendo le pedalate ecologiche che si svolgono nei vari paesi perché sono le uniche manifestazioni a cui i nostri cicloturisti potranno partecipare

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