IL NUOVO CONSIGLIO – IL “TEAM DEI 4 ASSI” – L’IMPORTANTE NON È TROVARLI, MA CERCARLI

NOTIZIARIO APERIODICO
PER I SOCI DELLA S.C. SAN LAZZARO GOPPION CAFFE’
Redatto in proprio e non in vendita
Anno 2010 – Numero 7
Direzione e redazione: via Bottacin, 11 – 31100 Treviso tel. 3313647267

Treviso, 24.12.2010

IL NUOVO CONSIGLIO – IL “TEAM DEI 4 ASSI” – L’IMPORTANTE NON È TROVARLI, MA CERCARLI

IL NUOVO CONSIGLIO
Giovedì 23 dic. 2010  si sono svolte le elezioni per il nuovo Consiglio Direttivo della Società ciclistica San Lazzaro – GOPPION CAFFÈ, che rimarrà in carica per il  biennio 2011-2012.  Sono risultati eletti:

  • Presidente: Raffaello Longo;
  • Consiglieri: Tiberio Granzotto, Sandro Vian, Maurizio Sartoretto, Sergio Pasqualini, Leo Caliano e Stelio Munarin, Giannino Zamprogno e Luigino Vaccher.

Lasciano la carica di consiglieri, per decisione personale non per volontà dell’assemblea, Paolo Prete e Alfio Marini. Subentrano al loro posto Giannino Zamprogno e Luigino Vaccher. Un sentito ringraziamento da parte di tutti i presenti è stato rivolto a Paolo e Alfio per l’impegno e la dedizione con cui hanno esercitato il loro mandato unitamente all’invito a non far mancare anche per il futuro la loro preziosa  collaborazione.


Il rinnovo delle cariche è praticamente avvenuto nel segno della continuità, considerato che il Consiglio è stato confermato per la quasi totalità. La futura linea politico gestionale   non potrà che essere il naturale proseguimento di quella precedente; linea che peraltro, come ricordato in recenti occasioni, si è dimostrata di assoluta valenza in quanto  suffragata da importanti  successi societari.
Al nuovo Consiglio, con particolare calore agli ultimi entrati, è stato rivolto l’augurio di un proficuo lavoro.

IL “TEAM DEI 4 ASSI”
C’è un gruppo di amici che sa bene come trascorrere le lunghe serate invernali per allontanare il pericolo della noia. Si tratta del cosiddetto “team dei quattro assi”, nato nell’ambito s.c. San Lazzaro – GOPPION CAFFÈ.  Ogni venerdì sera, infatti, esso si  ritrova in sede per dedicarsi ad una delle attività ludiche più amate, il gioco delle carte. L’incontrarsi, inoltre, contribuisce non poco a rinsaldare i vincoli solidali tra noi. Tra i giochi più gettonati risultano lo scopone scientifico, il ramino, la scala quaranta. Tali passatempi tradizionali per essere adeguatamente nobilitati dovrebbero, nelle intenzioni del team, essere riservati agli “esperti in materia”. Invece, nella realtà della s.c. San Lazzaro, essi sono praticati, con divertimento assicurato a tutti, anche dai profani, con buona pace dei presunti esperti. Un’attività, quella del gioco delle carte, nella quale chiunque può cimentarsi alimentando la propria sensazione di benessere derivante sia dallo stare insieme che dal piacere intrinseco che il gioco da.
Così capita che, dopo aver ascoltato le news per la serie “e do paroete” (rassegna a cura del Presidente), si crea la giusta atmosfera per il gioco con un ottimo caffè Goppion o con qualche sorso di vino accompagnato dagli immancabili “bagigi”. Questo, permette agli irriducibili Raffaello, Gigi, Coki,  Renzo, e Paolo di farsi avanti e di costituire i tavoli, di armarsi del mazzo di gioco nonché del necessario per l’annotazione del punteggio. Il contagio subito si diffonde e ad essi prontamente si uniscono altri giocatori meno “qualificati” ma di certo non meno agguerriti. Ecco che mentre pochi rimangono a fare conversazione e altri si preparano per la via di casa, i giocatori  prendono posizione quasi con automatismo pronti alla disfida. Nel frattempo, il buon Stelio mantiene a portata di mano bibite e bagigi tenendo sott’occhio anche il famoso bussolotto delle offerte  “non ti scordar di me”.
Talvolta si parte con il ramino. In questo gioco ognuno fa per se. Il silenzio è la regola, ma può essere interrotto da qualche citazione colorita riconducibile alla dea fortuna. Lo sforzo fisico maggiore è raccogliere e dispiegare le carte. Poi, immersi in calcoli e studi di probabilità, si vive di attesa della carta da incastro o della matta. L’attesa è stressante ma se soddisfa il desiderio di supremazia sugli altri è ben ripagata. Alla fine, c’è rassegnazione tra i più e soffocata gioia per il vincitore obbligato al rispetto delle “sventure” altrui.
Storia diversa, invece, è quando sul tavolo compaiono le carte trevigiane. Lo scopone scientifico rimane il più gettonato perché è quello che si presta meglio per esaltare la classe del giocatore. Esso, come noto, è giocato da quattro elementi divisi in due coppie. Non sempre i giocatori costituenti le coppie dimostrano intesa perfetta o rappresentano esempio di tolleranza reciproca. Si tratta di sfide animate da forte tensione di nervi e grande voglia di vincere; ovviamente nessuno ci sta a perdere. Il mazziere fa le carte e le distribuisce in senso antiorario. Non è permesso parlare. Viene dissimulata ogni forma di espressione dei volti. Si inizia, per i primi di mano, con la strategia di non creare le condizioni per la scopa da parte degli avversari. Per i secondi, invece, è necessario determinare l’esatto contrario, ossia tenere una condotta di gara che porti alla realizzazione della benedetta scopa. In entrambe le coppie c’è l’attesa della giocata favorevole che, al realizzarsi, al di là delle conseguenze sull’andamento della gara, porta come effetto collaterale qualche sommessa esclamazione da parte dei giocatori. La partita prosegue secondo il proprio gioco di squadra  nella speranza di raccogliere i sospirati frutti rappresentati dal settebello, la primiera, il re bello, la napoli, le carte o, nella peggiore delle ipotesi, cercare di limitare i danni  come si può. È verso la fine che il gioco si fa duro ed emozionante. Questo è anche il momento in cui più facilmente si commettono errori che  poi determinano il punteggio finale. Ciò è il presupposto dello scontro; di solito parte con uno scatto d’ira, ed è istintivo e immediato il passaggio dal silenzio assoluto ai toni alti  di battute/accuse.
Alla fine c’è chi rimprovera e chi si giustifica ma può capitare spesso che ci siano solo giocatori che si rimproverano, forti della loro presunta condizione di superiorità assoluta.
Intanto, i vincenti se la godono rivelando in volto un sorriso ironico e soddisfatto.
Si riprende con un’altra mano e poi con la bella e, infine, con la rivincita quando c’è tempo e soprattutto coraggio.
Si chiude sempre e comunque con un finale di baci e abbracci, rimandando alla prossima la volontà di rifarsi.
Che spasso, quando la carta gira a favore!!. 

L’IMPORTANTE NON È TROVARLI, MA CERCARLI.
(… dal famoso motto “l’importante non è vincere, ma partecipare”).

Nella stagione della raccolta dei funghi, a taluni associati della San Lazzaro Goppion caffè capita anche ciò che vedete illustrato nell’immagine seguente e che, per pudore, tendono a nascondere.

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Il fungaiolo senza  presa sul terreno e cestino vuoto

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Gianfranco capirà, questa è la chicca che sognavo da tempo e che ci farà salire l’audience.

Luigino Vaccher

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