Marco e Francesco, con Goppion Caffè, in cima all’Everest per solidarietà

Tutti gli appassionati di ciclismo sanno bene che quando la strada inizia a salire, sale anche l’adrenalina e la voglia di provare a superare i propri limiti.  La manifestazione che più di tutte mette a dura prova le capacità fisiche e anche mentali dei partecipanti è indubbiamente l’EVERESTING. EVERESTING significa percorrere tante volte una stessa salita fino a superare gli 8.848 metri di dislivello del Monte Everest. Sabato 14 maggio scorso i nostri Francesco Pavan e Marco Chin hanno rappresentato la San Lazzaro Goppion Caffè all’Everesting di solidarietà che si è tenuto a Valdobbiadene (TV), con il titolo “La ricerca sul Cancro scala l’Everest”. La sfida sportiva consisteva nel percorrere per 11 volte la salita che dalla piazza principale di Valdobbiadene arriva alla località Pianezze. Tutto il ricavato dalle quote di iscrizione è stato donato all’Associazione Italiana per la ricerca sul Cancro. A.I.R.C. ringrazia la ASD Mionetto e il suo Presidente Paolo Agnolazza, che ha organizzato l’evento, e anche gli sponsor tra i quali, in questa pagina, ci piace ricordare, GOPPION CAFFE’ SPA.

 Il Dott. Mario Goppion ha rappresentato l’azienda sponsor e nel suo messaggio benaugurante ha auspicato che dopo l’edizione numero 1 ci sia anche l’edizione n. 10 e n. 100 e la Goppion Caffè Spa sarà sempre vicina al ciclismo e alla ricerca sul cancro.

 

L’assessore allo sport del comune di Valdobbiadene Dott.ssa Anna Vettoretti, nel suo discorso di benvenuto ha confermato la vicinanza ideale dell’amministrazione comunale che ha patrocinato e sostenuto “LA RICERCA SUL CANCRO SCALA L’EVEREST”. Per ultimo, ma non certamente ultimo, un grande grazie al Presidente del Comitato Provinciale FCI di Treviso, Giorgio DalBò, che non ha mai fatto mancare il suo supporto alla Società organizzatrice. Passiamo ora alla parte più strettamente sportiva. 34 gli iscritti di questa prima edizione in rappresentanza di società delle provincie di Treviso-Padova-Vicenza-Verona. Un numero, che, per il tipo di sfida di cui parliamo, rappresenta sicuramente uno dei dati migliori in assoluto. Anche i tre brevetti Everesting assegnati in una singola manifestazione rappresentano uno dei dati migliori di sempre. Come dire che il binomio sport e solidarietà ha funzionato benissimo tanto da stimolare donazioni spontanee anche di comuni cittadini che passavano in Piazza. Interpretando meravigliosamente lo spirito non competitivo della corsa si è sviluppato un grande senso di solidarietà tra partecipanti, molti dei quali non si erano mai incontrati prima, ma in alcune fasi sembravano conoscersi da sempre.  Io ho visto ciclisti che rallentavano in salita per aspettare qualcuno (di altra società ciclistica) rimasto indietro. La condivisione della fatica sdrammatizzando con una battuta scherzosa un momento difficile ha consentito a molti di superare i propri limiti con grande soddisfazione.  Analizzando, per semplice dato di cronaca, i dati dei tre “brevettati Everesting”, Matteo Osti (S.C. Lupatotina-Verona) è stato il più veloce, completando l’impresa nel tempo veramente eccezionale di 15 ore precise. Nel suo racconto tutta le difficoltà affrontate con un meteo imprevedibile passando dal freddo della mattina alla pioggia di metà giornata al sole caldo del pomeriggio e ancora il freddo pungente della sera. Soprattutto al mattino l’escursione termica tra inizio e fine salita era anche di 16 gradi. Secondo brevettato Magrin Gianluigi (Fides Bike San Pietro in GU-Padova) e terzo brevetto Osvaldo Brun (S.C. Cicloturistica Vittorio Veneto in 16 ore e 20 minuti). Osvaldo ha aggiunto ancora un pò di pepe all’avventura terminando la prova a mezzanotte e correndo le ultime due ore in solitudine, nel buio più totale, su una strada che in quelle ore è abitata solo da animali notturni. Sono infatti stati avvistati lepri e daini.

I nostri due alfieri Marco e Francesco si erano preparati puntigliosamente, ma non avevano fatto i conti con le condizioni meteo veramente difficili e con qualche problema nella gestione dell’alimentazione in corsa. Nonostante tutto hanno terminato la loro prova superando i 5.000 metri di dislivello, quindi una prestazione non esattamente alla portata di tutti i ciclisti amatoriali.  Questo il racconto vissuto minuto per minuto durante la giornata. Tuttavia, il senso vero delle cose che si fanno è ciò che lasciano dentro ognuno di noi, quando tutto e finito e si inizia a dimenticare….In questo caso i commenti dei ciclisti iscritti, parlano di solidarietà con gli ammalati di cancro che stanno combattendo una battaglia per la vita. Poi, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, in rapporto al tipo di prova da affrontare, leggerezza, divertimento e condivisione tra partecipanti.  Infine l’apprezzamento per i servizi di assistenza, con il servizio ristorante che ha sbalordito tutti perché inatteso. E alla fine di tutto, la cosa più desiderata dagli organizzatori perchè restituisce la misura del successo della manifestazione:  l’arrivederci, di tutti, all’anno prossimo,  per continuare ad aiutare la ricerca sul cancro e per continuare a sfidare i propri limiti.
image_pdfimage_print