IL MIO PRIMO ANNO ALLA SAN LAZZARO di Paolo Schiavon

Ed eccomi qua a commentare il mio primo anno alla S.C. San Lazzaro Goppion Caffè. In premessa, credo necessario precisare che ho scoperto il ciclismo amatoriale circa 7 anni fa ma precedentemente ho sempre praticato sport di squadra. Sicuramente questo aspetto mi ha dato l’abitudine mentale a considerare le attività fisico-agonistiche come un momento di aggregazione e di condivisione di obiettivi con altre persone che hanno la stessa passione. E su questi argomenti il ciclismo amatoriale è una bella sfida. In questi anni credo infatti di aver capito che il darsi appuntamento ogni domenica mattina  può avere significati diversi rispetto a quelli di squadra e di gruppo, che ho appena citato. A volte il ritrovarsi può essere  un motivo per dare poi a ciascuno la possibilità di affermare il proprio individualismo personale, a volte può essere l’occasione per dimostrare la  propria superiorità fisica e atletica rispetto agli altri. Ho capito che, in nome di questo spirito agonistico è possibile e accettabile, far provare solitudine ad un compagno che si trova a gestire difficoltà fisiche o meccaniche. Ma poi mi chiedo cosa può esserci di agonistico nel ciclismo amatoriale praticato con i propri compagni di squadra nella classica uscita della domenica mattina ? certamente c’è la voglia di mettersi alla prova confrontandosi con altri, ma più probabilmente c’è la voglia di misurarsi con se stessi in rapporto agli altri. In altre parole conoscere chi è più forte di te e capire che con la fatica e l’allenamento ci si può avvicinare alle sue prestazioni. Quindi per rispondere alla domanda, direi che non c’è nulla di agonistico, in senso stretto, nell’uscita della domenica mattina.

Non ci si ritrova per competere con qualcuno, perché non c’è nulla da vincere, ma ci si ritrova in compagnia per migliorare se stessi.  Forte di queste convinzioni mi avvicino idealmente e timidamente alla San Lazzaro Goppion caffè. Idealmente perché la società è conosciuta per la sua lunga storia e ottima organizzazione. Timidamente perché nell’ambiente amatoriale questa società è da sempre sinonimo di prestazioni sportive di alto livello e quindi la prima domanda è stata: “io sono in grado di divertirmi assieme ai soci della S.C. San Lazzaro Goppion Caffè o per me, tenere il loro passo durante le uscite domenicali rappresenterà una fatica enorme e quindi una sofferenza più che un divertimento?”. Il caso ha voluto che conoscessi il nostro Gianfry. Con lui abbiamo parlato di ciclismo diverse volte e a lui ho manifestato le mie perplessità e le mie paure ottenendo sempre rassicurazioni del tipo: “Ti vien via co mi …….te vedarà che xe divertimo……alla SanLazzaro Goppion ghe ze chi che core de più e chi che core de manco……de sicuro te trovi quei che va ben par ti….mi ze na vita che son iscritto e continuo a divertirme”. Le parole di Gianfry mi convincono e mi rassicurano, se è così mi piace. Gianfry mi invita a partecipare alle riunioni del venerdi sera dove vengono trattati argomenti di comune interesse. Per me è una novità e incuriosito, mi presento un paio di volte. Sono subito positivamente impressionato dalle numerose presenze  di soci che ascoltano quasi in religioso silenzio le parole del Presidente e di altri componenti il consiglio direttivo e alla fine, viene sempre data la parola a tutti i presenti che hanno qualcosa da dire . Bel modo di creare senso di appartenenza ad un gruppo, penso io, mi pace. Mi presento allora una domenica di gennaio per una delle uscite libere dove pensavo di trovare 2-3 partecipanti e invece ne trovo piu di 10. Ah pero’….già una bella differenza rispetto al “rompete le righe e arrivederci a marzo prossimo” a cui ero abituato dopo la chiusura del calendario sociale. Quindi la bici come passione vera e non solo come strumento per tenersi un po’ in forma. A conferma di questo la velocità non era 25-27 all’ora ma 31-32 e anche 35 kmh, altro che scampagnata invernale, qua si corre sul serio………e poi c’è il piacere di ritrovarsi indipendentemente dal calendario ufficiale….Dopo un paio d’ore di corsa, complice il freddo di gennaio avverto la necessità improrogabile di…..eliminare un po di liquidi………mi fermo in mezzo alla campagna ed ero già preparato a dover correre velocissimo per riprendere il gruppo che nel frattempo avrebbe solo rallentato l’andatura per consentirmi di riagganciarmi……..macchè…….niente di tutto questo……vedo che praticamente tutti mi stavano aspettando pochi metri più avanti…….fantastico penso tra me e me….questo è spirito di gruppo…..mi piace. Qualunque cosa succeda infatti c’è la regola che “nessuno deve trovarsi mai da solo”, regola confermata durante l’anno quando ho potuto apprezzare che spesso anche i più forti, ma non solo loro, si mettono a disposizione di chi è in difficoltà. Sono quasi sicuro di dimenticare qualcuno, e mi scuso con gli interessati, ma su questo argomento non posso non citare il Presidente, Leo, Gianfry, Italo, Brunella, Francesco, Michele, Cocky Ermes, Alfio, Fausto.   ……beo…beo….direbbe Gianfry……………è proprio quello che cercavo, ho pensato io….. mi piace. Arriviamo poi alla decisione di iscrivermi e un venerdi sera la cosa viene resa ufficiale dal presidente e tutti i presenti mi indirizzano un applauso di benvenuto. Che bello, che stile, mi piace. Ma torniamo adesso alla domanda iniziale: Il ciclismo è uno sport individuale o di squadra ? vince chi va veloce da solo o chi vuole andare lontano in compagnia ? vince sicuramente la società che vuole andare lontano in compagnia, intendendo con questo la società che ha la capacità di coinvolgere il maggior numero di persone nelle iniziative di interesse comune.
L’ottimo secondo posto (che ci va stretto per motivi ben noti) al campionato Veneto di Mediofondo ne è la dimostrazione concreta. Ma se vince la società vincono anche i singoli partecipanti e io ne sono la testimonianza più vera. Quest’anno infatti ho fatto cose mai fatte prima che rappresentano momenti di aggregazione e promozione del ciclismo amatoriale come i raduni, le mediofondo e le granfondo.  Non posso non ricordare poi la “SellaRonda” conosciuta anche come il giro dei 4 passi alpini (Campolongo-Gardena-Sella-Pordoi), una cosa che fino all’anno scorso consideravo una follia per me e non mi passava nemmeno per l’anticamera del cervello. Quest’anno invece ho voluto fortemente vincere questa sfida con me stesso e ce l’ho fatta portandomi a casa sensazioni e emozioni fortissime. Quindi concludendo la risposta è si…….Anche in uno sport individuale come il ciclismo se c’è spirito di squadra e organizzazione si possono raggiungere risultati positivi per la società e per i singoli soci.  Questa situazione poi porta con se, come dicevo precedentemente, l’aumento del senso di appartenenza e il desiderio di contribuire, per quanto possibile e se possibile al buon andamento della società sportiva.  E adesso prepariamoci al 2018…….
Paolo Schiavon
image_pdfimage_print