Passo Manghen dalla Valsugana di Pietro Vidotto

IMG_20160717_111206008Alla fine domenica ho scelto per il giro sociale al Manghen. L’alternativa era il giro Agordo, Falcade, P.si Valles – Rolle – Cereda, F.lla Aurina, Agordo, ma il solo pensiero di trovarmi in mezzo a quello che è ormai un “porcaio” di traffico e affollamento di quelle strade (finchè non si decidono a mettere il pedaggio sui Passi delle Dolomiti come del resto avviene sulle strade alpine dell’Austria si andrà sempre peggio).
Anche se quest’anno il Manghen lo avevo fatto già 2 volte ho deciso di fare un salto a trovare i “lupi del Passo”, facendo però una “leggera” modifica al tracciato che Leo aveva preparato al fine di rendere il profilo altimetrico più interessante. Come mi avevi chiesto ti allego alcune foto.
Il percorso è stato questo: Borgo Valsugana, P.so Manghen, Molina di Fiemme, Segonzano, Lasès, P.so Redebus, Pergine, Vignola, Vetriolo Terme, Panarotta, Levico Terme, Roncegno Terme, Borgo Valsugana. Totale 156 Km. dislivello +4.175 m. Partecipanti al giro: 1, cioè mì!
Sveglia “de bon ora” e alle 08,00 ero in piazza a Borgo Valsugana; rito del caffè con bicchiere di acqua minerale, due parole con un vecchietto che mi chiedeva che percorso facevo ed il suo augurio di buona giornata e prudenza.
Partenza ore 08,30, aria frizzante al punto giusto da stimolare subito la circolazione sanguinea alle gambe e dare carica. Del resto la salita al Manghen comincia dopo pochissimi km.
Il cielo limpido e terso da cartolina, temperatura perfetta, traffico accettabile rendono la salita incredibilmente piacevole. Ma arrivati in cima al Manghen la poesia finisce: ecco il “porcaio” di macchine e moto, passare il rifugio appena sotto il passo è un’avventura.
Via subito dalla parte brutta del Manghen cioè la discesa. La prima parte della discesa è ripida, con tornanti secchi, strada stretta, poi si entra nel bosco fitto dove la luce passa a malapena. La nota positiva è che il manto stradale è ottimo. Raggiungo 2 auto, non ci penso nemmeno a passarle perché le utilizzerò come mezzi apri corsa personali. Passata la parte impegnativa la strada si allarga a 2 corsie e finalmente Molina di Fiemme.
Giro a destra direzione Trento. Traffico scarso, asfalto perfetto, dolci saliscendi permettono di ammirare il profondo canyon che l’Avisio ha scavato nella valle e i boschi del Parco del M.te Corno. Passo diversi paesi, per strada non c’è nessuno, deserto. Arrivo all’accesso della Piramidi di Segonzano mi fermo al banchetto dei prodotti tipici per prendere l’acqua e bermi un ottimo succo a base di mele.
E’ stata una saggia decisione perché per strada non ci sono fontanelle e i bar sono chiusi.
In località Fornace 640 s.l.m. giro a sinistra, da lì si va per il P.so Redebus quota 1.445m. Salita lunga 15km, subito secca e dritta con punte al 12% per quasi il 1°km., poi tutto si tranquillizza con pendenze umane dal 4 al 6% sino alla bella Baselga di Pinè, la strada prosegue con pendenze dall’1 al 2% vicino a laghi di Serraia e Piazze (molto belli e turisticamente ben organizzati, sembra di essere in Austria).
Appena passato il lago di Piazze il cartello indica P.so Redebus a destra; da qui sino al passo la faccenda si fa tosta: 4 km. con pendenze dal 10 al 16% con pochissimi tornanti (maledetto l’ingegnere che ha disegnato la strada!).IMG_20160717_180052492_HDR(1)
Al passo c’è un’osteria con di quei dolci ai frutti di bosco e taglieri di speck e formaggio da favola. Una fetta di strudel me la concedo.
I 15 km. di discesa a Pergine sono semplicemente fantastici! Asfaltatura da pista di F1, curve perfettamente disegnate, tornanti ben indicati, strada larga, zero traffico. So che sono cose da lasciare solo ai professionisti, ma…. massima posizione aerodinamica seduto e giù disteso sul telaio della bici… quando mai capitano situazioni del genere. Arrivo a Pergine in un attimo, peccato fine del divertimento!

Appena passato Pergine si gira per Vignola. Si parte da 539 s.l.m. arrivo a Panarotta quota 1.782 m. lunghezza di 15 km., pendenza media 8% max. 10% dislivello 1.243m.
La temperatura perfetta, traffico quasi assente, aiutano a rendere questa salita meno pesante. Il cielo terso permette di ammirare le Dolomiti del Brenta e più in là ancora i ghiacciai dell’Ortles e Cevedale. La strada è pressoché deserta; protetta dal sole da un fitto bosco. Se non fosse per l’asfalto si direbbe di essere su un sentiero per MTB.
Cartello ultimo km, la “Flamme Rouge”! Arrivo al piazzale degli impianti a fune di Panarotta qui termina la strada e le salite di oggi.
Rapida la discesa a Levico terme, anche qui l’asfalto è perfetto ma rispetto alla discesa di Pergine questa è un po’ più tecnica, quindi attenzione.
Passare Levico terme richiede attenzione al traffico e ai pedoni.
Si riprende direzione Borgo Valsugana tutto a saliscendi comunque non impegnativo. Da Roncegno terme si vede ormai il castello e la chiesa di Borgo Valsugana, pochi km alla fine del giro.
Arrivo in piazza a Borgo Valsugana da dove è partita questa magnifica giornata ciclistica e per una mia sana usanza riservata solo alle gare di G.F. e ai giri veramente particolari il mio premio: una Weissen Bier da mezzo! E che diamine basta cose chimiche come sali, gel e barette energetiche, ci vuole anche qualcosa d sano e naturale!
E’ un giro che consiglio, fuori dalle zone usuali e ben note ed in fondo a 100km. da Treviso, tanta salita e zero “pianurazza” ma che non lo ritengo estremamente impegnativo e le lunghe discese  consentono di recuperare. Certo, un po’ allenati bisogna esserlo. Consiglio di farlo di sabato in modo da dedicare la domenica al riposo.

Ciao.

Pietro Vidotto

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LA BACHECA DI LUGLIO 2016 (dei nostri che si sono distinti)

FRANCESCO PAVAN

WP_20160709_22_31_53_ProPubblicato su SPORTREVIGIANO il racconto di Francesco sulla”Randolomitics” – (clicca)


LEO CALIANO

Leo e Lezier
Leo con Lezier, fatto il Manghen dalla Valsugana.

NEVEGAL
Quelli del Nevegal: percorso in 6h e 20′ – velox media: 24.5 km.h partenza ore 7:30 da Goppion – arrivo a Treviso h. 14:12 – dislivello totale m. 1.860; PRESENTI: Leo, Graziella, Paolo Biasuzzi, Pietro, Attilio e Franco Visentin.

GIANFRY GAIOTTO

GIANFRY A RIMINI
Vacanze a Rimini, ma domani torna!!

 


 

SERGIO PASQUALINI

frecciago1    clicca e leggi gli appunti ( di Sergio Pasqualini. 8-O)

mano3  le presenze di ieri sono state n . 30  cosi’ suddivise: Soc. lungo al Nevegal n . 6  – Soc . corto a Collalto n . 24  .

partecipanti per la classifica sociale (p. 1):

Caliano L. Vidotto P. Gatto G. Biasuzzi P. Caner A. Visentin F. Longo R. Pasqualini S.

 

MF ODERZO APR 2016 (20)
Sergio “cavapunti” Pasqualini.

LA FAMIGLIA PINARELLO

La famiglia Pinarello ringrazia per la collaborazione rinnovata in questa speciale edizione del Ventennale. Saremo lieti di averVi ospiti alla cena dei collaboratori de LA VENTESIMA GRANFONDO PINARELLO giovedì 28 luglio alle 20:00 all’interno della struttura della sagra di Catena di Villorba.  Cordiali saluti, LA PINA Cycling Marathon- LA 20^GF PINARELLO www.lapinarello.com

Fausto
Fausto

 


Vip Pina

Vedi l’album con i VIP




PIETRO VIDOTTO

freccia2clicca e leggi il racconto di Pietro Vidotto. ➡

frecciago1   AVVISO PER I GRAPPISTI: (clicca)

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Gran Fondo Pinarello 20^ edizione: Appunti di Sergio Pasqualini.

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Sergio Pasqualòini sul Combai

Sono le ore 7:05 ed entro in griglia, mi trovo assieme ai Pinarello di “serie B” ed al professionista Marco Coledan (Treek Segafredo). Lo speacker annuncia che mancano 5′ al via, c’è il lancio dei palloncini del ventennale e subito dopo si parte. Saluto Munarin fermo a bordo strada. All’altezza del San Camillo entra in gruppo Anselmo e mi chiede degli altri, non li ho visti. Sulla Pontebbana mai sotto i 45/48 km/h e fino a Ponte Priula. Si sale per i Cimiteri. Refrontolo, Rolle e si arriva a Zuel di là, dove  la nostra Società organizza il ristoro con “intasamento”. Vedo Leo ed ho appena iol tempo di salutarlo, non mi fermo. Si scende e si va’ per Follina per il   Medio Fondo, poi Campea, Boschetto Combai. Al ristoro prendo dell’acqua. Riprendo, sono in un gruppo di una 20.na di unità e l’andatura è buona. Arriviamo sulla Panoramica.

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