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Buona la prima….è la frase tipica degli attori quando girano scene di film e riescono immediatamente ad immedesimarsi nel senso vero che il copione vuole comunicare allo spettatore.  E buona la prima, è stata l’edizione dello scorso anno della scalata notturna al Montegrappa. Ma in questo caso penso di poter dire tranquillamente…ottima la seconda.

E’ stato pubblicato il “diario di bordo” con il quale ho fissato alcune immagini di corsa e aveva l’obiettivo di raccontare,  appunto il Montegrappa, la notte, l’avventura, la sfida e tutto questo condensato in attimi.  Nelle righe che seguono invece, voglio raccontare sensazioni ed  emozioni,  che ho colto avendo seguito in macchina tutta la manifestazione, fortemente voluta e organizzata dal nostro randagio Francesco.  Passo a casa sua verso le 22,00 per mettere in macchina, cibo, bevande, vestiario,  necessari ad affrontare la nottata. Mi rendo conto subito che Francesco è tranquillissimo (sicuramente più di me),  sorridente, padrone della situazione,  e pronto a guidare i compagni di avventura. La cosa che mi colpisce di piu’ e’ la totale serenita’ della consorte in contrasto con le 1000 raccomandazioni della moglie del sottoscritto. Evidentemente l’esperienza di vita vissuta a fianco di un randagio fa la differenza e la percezione della difficoltà e del pericolo e’ molto diversa. Nel piazzale antistante la chiesa di Frescada (punto di ritrovo e partenza stabilito) troviamo lo sponsor Mario Goppion,  il presidente Raffaello Longo, Sandro Vian e un buon numero di soci. Il Presidente, sottolineando il grande valore sportivo della scalata notturna al Montegrappa raccomanda prudenza e augura buona fortuna a tutti i partecipanti.  Poi si scatenano i fotografi e tutti i presenti vogliono avere una foto ricordo con i protagonisti. Per la S. Lazzaro Goppion, oltre a Francesco erano presenti Leo, Martino e Adino che aveva invitato 4 loro amici appassionati di ciclismo Vintage e abituati a competizioni (eroica e simili) che sicuramente richiedono un impegno e una preparazione non convenzionali.  Fin da subito vedo che l’andatura è meno “spinta” rispetto allo scorso anno e la mia macchina dice che siamo tra i 30 (e anche meno) e i 35 (per qualche breve tratto), quindi corsa “al risparmio” pensando evidentemente alle difficoltà del percorso nelle ore successive. Nella marcia di avvicinamento a Pederobba dove è prevista la prima sosta al monumento dei francesi, Leo guida spesso il gruppo, con il consueto, totale e condivisibile rispetto del codice della strada. Martino si incarica di dargli il cambio senza strappi violenti. Al monumento dei francesi il clima e’ sereno e scherzoso. Qualche battuta, qualche foto e poi….via verso l’avventura, la sfida, il Monte Grappa.

Ho impresso nella mente la fatica e anche la sofferenza dello scorso anno affrontando le insidie della salita Monfenera e volevo cogliere qualche attimo che raccontasse questi stati d’animo. E invece nulla di tutto questo. Non ho sentito respiri affannosi,non ho visto biciclette zigzagare lottando contro la salita. Ho sentito invece chiacchere tranquille su questioni di vita quotidiana come se si fosse seduti al bar……incredibile ma vero Evidentemente l’esperienza passata e’ servita ad affrontare meglio il presente. Se penso che io per guidare l’ammiraglia ho chiesto l’assistenza di Gianfry, mi rendo conto delle differenze di allenamento ma anche di abitudine mentale a queste imprese. Arriviamo alla sosta sul monte Tomba dove i ciclisti si idratano e recuperano forze. Anche qui non si percepisce la fatica e l’umore e’ ottimo. Anche in questo caso per evidenziare la differenza con l’anno precedente, io e altri ci complimentiamo con Adino che, diversamente dallo scorso anno e’ molto tranquillo e rilassato. Si riparte in direzione dell’ “archeson” e delle malghe….la luna sparisce dietro la montagna e la notte, se possibile, si fa ancora più buia e la strada si fa terribilmente difficile. Io e Gianfry ci impressioniamo a guardare il dislivello tra un tornante e l’altro…la macchina va in seconda e i nostri eroi vanno più di noi…pazzesco…incredibile. In questo tratto un paio degli amici di Adino fanno gli extraterrestri e staccano il gruppo. A Leo invece accade l’impensabile, i crampi lo costringono a fermarsi. Qualche minuto di massaggi e poi ancora in sella, ancora la notte, la sfida, il Montegrappa. Sentito successivamente mi racconta di errori di alimentazione e idratazione. La cosa che piu’ mi ha colpito e’ sentire Leo (secondo lui il ciclismo e’ sofferenza oppure non e’ ciclismo) che conosce benissimo questa salita, parlare di difficolta di percepire lo spazio nella notte buia, di difficolta’ di orientamento. Mi ricordo allora le parole di Francesco lo scorso anno che mi parlava di un’altra dimensione, del silenzio, del rumore improvviso e inaspettato degli animali nel sottobosco…sensazioni forti. Andiamo avanti verso le malghe, e ci fermiamo in uno spazio vicino al salto della capra. Da qui mandiamo un saluto a Sandro che da casa sta aspettando le notizie di radiocorsa. Martino che si stava difendendo benissimo non perde occasione per commentare la prestazione sopra le aspettative di Adino. E qui la notte regala a me e Gianfry un altra sensazione forte. Sentiamo il concerto di campanacci delle mucche al pascolo, fermo la macchina, scendo, sento che le mucche sono solo a qualche metro da me, ma non le vedo. Anch’io in quel momento non ho la percezione dello spazio e di cio’ che mi circonda e istintivamente mi precipito in macchina. Anche Gianfry e’ affascinato e sembra quasi non credere di essere parte di questa avventura. Forse per esorcizzare il pericolo mi dice che si era anche addormentato, lasciandomi solo alla guida. Ma non era vero. Arriviamo a CimaGrappa dopo le 4. Il cielo e’ sereno, la luna ci regala una luce incredibile, l”orizzonte dipinto di rosso e’ un quadro di un grande pittore. Un contesto unico e indimenticabile per festeggiare il mio compleanno. La fatica lascia spazio alla gioia, per il traguardo raggiunto. Si ride, si scherza, si mangia e si brinda al mio compleanno, all’amicizia, e al ciclismo. Come se non bastasse quello che si e’ appena fatto, si parla di salite ancora più difficili. Il Montegrappa, la notte, l’avventura e la sfida…continua.

Paolo Schiavon




23 aprile 2018

Ore 18:30 casello di Preganziol….Si ritorna a casa con un’esperienza in più e con più amici.
Oggi è doveroso una citazione per i due autisti che si sono fatti 26 ore complessive di guida…
Grazie a Ciro e Grazie a Martino.

22 aprile 2018:
Oggi era la giornata dei “Ciclisti” e quindi non potevamo non essere presenti alla partenza.
Poi uno spuntino in compagnia e visione della diretta della corsa in lingua olandese.
Stasera ultima cena e poi si ritorna un pò a malincuore.

 

21 aprile 2018: il grande giorno

Giornata spettacolare, ambiente unico e compagnia sempre presente.
Giudizio all’unanimità:
“Beo, Beo, Beo, Beo, Beo”

20 aprile 2018

Sgambata mattutina con espatrio in Olanda direzione Maastrcht.
Pista ciclabile obbligatoria utilizzata da tutti con rigore, sistemazione della sella di Ermes da un negozio olandese trovato per strada che ci congeda senza chiederci nulla.
Gente disponibilissima per indicazioni, auto che si fermano per farti passare, nessun diverbio con automobilisti…
Adino: “Siamo in un film con attori veri…”

Un  lungo viaggio in ottima compagnia che termina al culmine di una cote di 2 km. che ci indica quale sarà il menù dei prossimi giorni.

 

19 aprile 2018 ore 6:00: PARTITI !!!

FRANCO, con MARTINO, CIRO, ADINO ed ERMES SONO PARTITI PER IL BELGIO e CI RACCONTERANNO LA LORO AVVENTURA.

Caro Sandro,
è con molto piacere che accolgo la tua richiesta di condividere con la SanLazzaro questa nuova avventura di alcuni di noi con la partecipazione alla LBL 2018 spiegando di seguito come è maturata.

L’IDEA
L’idea di partecipare un giorno ad una classica conosciuta in tutto il mondo mi è balenata nella testa dal momento che ho scelto di fare ciclismo nel recente 2014, nonché come fruitore da sempre in tv di qualsiasi trasmissione presenti due ruote che girano.
Sembrerà strano ma se giovedì prossimo cominceremo a incamminarci verso il Belgio lo dobbiamo, una volta tanto, alle chiacchiere di due gentili consorti che, ignare delle conseguenze, si sono messe a parlare di bici guarda caso passione dei rispettivi compagni di vita.
Sto parlando di mia moglie Sabrina e di quella di Martino, Maria, che dopo il solito trattamento estetico del mio cane “Sparky” sono finite a parlare di ciclismo scoprendo che nelle rispettive case girava questa sana droga.
il passo è stato a questo punto breve in quanto da quel momento anche io e Martino abbiamo scoperto di appartenere alla stessa squadra ciclistica, cosa che ignoravamo prima di quel momento.
Domenica successiva, in attesa per la partenza della gita sociale di turno, con Martino è partito il tam tam della Liegi e  in breve tempo abbiamo avuto un ritorno dei compagni di squadra e della dirigenza della SanLazzaro che mi ha fatto pensare che questa volta ero vicino al mio desiderio di fare questa esperienza.

LE BIRRE ci racconteranno la loro avventura.
Si, le birre sono state fondamentali per la riuscita preparazione all’evento poiché abbiamo scelto come “sede” per le riunioni di avvicinamento guarda caso la birreria a fianco del Bolognese praticamente di fronte alla Goppion.Mi ricordo che alla prima birra nessuno ha chiesto “andiamo, non andiamo” ma subito si è cercato di capire come fare le iscrizioni, dove andare a dormire, come arrivare in nord Europa a dimostrazione dell’ambizione di tutti a partecipare alla LBL.
Le birre sono state più di una ma, forti del supporto della società, non c’è stato mai l’affiorare di dubbi.
Quindi via con la divisione dei compiti (furgone, hotel, etc etc), con lo studio del percorso e con le inevitabili battute su chi arriverà, chi dovrà aspettare il carro scopa, il tutto sempre accompagnato dalla voglia di tutti e cinque di esserci.
Credo che, anche senza esperienza di organizzazione, le cose sono state fatte in modo semplice, condiviso e soprattutto sono state fatte bene.
Manca a questo punto solo l’ultimo tassello: PEDALARE!!

19 APRILE 2018 ORE 06:00
Appuntamento al casello di Preganziol dove potremmo finalmente dire “Si Parte”.
Come d’accordo cercherò di mandarti una pillola quotidiana per ogni giorno che vivremo a Liegi per rendere partecipe tutto il nostro bel gruppo a questa nuova esperienza.

Buona bici a tutti.

Franco Pillon

Martino Ossi

Adino Teano

Ciro Trabacchin

Ermes Scala

LA PREPARAZIONE:

 

Clicca sul logo per vedere il video della LBL dell’anno scorso

Anche quest’anno le sfide tra i nostri si inseguono e giungono le novità internazionali.
Si sono iscritti alla LBL (Liegi Bastogne Liegi): Martino Ossi, Adino Teano, Ermes Scala,Ciro Trabaccin e Franco Pillon.
Faranno il percorso medio di 153 km. il 21 aprile 2018 alla vigilia della classica del Nord dei professionisti.

Chiederemo loro di renderti partecipe delle loro emozioni e documentarle con le foto ricordo.

ULTIME NEWS DAL BELGIO (0.1)

Iscrizioni per la Liège-Bastogne-Liège Challenge 2018 ora aperte! Nel 2018 gli appassionati di ciclismo avranno un’altra possibilità di guidare la propria Liegi-Bastogne-Liegi un giorno prima della gara pro. Iscriviti ora per l’ottava edizione della Liegi-Bastogne-Liège Challenge, sabato 21 aprile 2018.

Raccolta del pacchetto di registrazione: non dimenticare di portare il biglietto elettronico Dopo esserti iscritto avrai ricevuto un’email di conferma incluso il tuo biglietto elettronico. Con una stampa o una copia digitale (ad esempio sul tuo smartphone) di questo biglietto elettronico puoi recarti allo stand di preregistrazione situato nella Hall des Foires de Liège (Quai de Wallonie 6, 4000 Liège). Lo stand di preregistrazione sarà aperto su: – Venerdì 20/4 tra le 15:00 e le 19:30.

– Sabato 21/4     274 km: tra le 6:30 e le 7:30     154 km: tra le 6:30 e le 9:30     75 km: tra le 8 e le 10 Sulla presentazione del tuo e-ticket, riceverai un numero di gara da attaccare al manubrio della tua moto e alla tua schiena. Sarai anche in grado di raccogliere il resto del tuo pacchetto iniziale.




Ciao Sandro,

Ieri ho partecipato al raduno “Gravel” ad Abano Terme.

Tre i percorsi Km 60 -120-200.

70% ghiaia 30% asfalto.

Naturalmente come prima esperienza e visto il meteo ho scelto il più corta.

Ho avuto la piacevole compagnia di mia figlia Daniela che mi ha accompagnato in questo giro.

Diciamo subito che è un modo di andare in bici diverso da quello che siamo abituati, è un giro tranquillo ( ma anche qui chi ha gambe può andare veloce ) quasi una scampagnata, durante il giro trovi compagnia, puoi chiacchierare, fermarti per fare delle foto, fermati per attendere chi fora per ben due volte, e gli dai una camera d’aria per la ruota da 27.5 da montare sulla ruota da 26, magari hai anche il cestino per la merenda, non hai premura di ritornare a casa per mezzogiorno.

Purtroppo il meteo non era bellissimo, forte vento e gli ultimo 10 km di pioggia hanno un po’ dato fastidio.

Lati positivi: moltissimi ! Non hai le macchine che ti sfrecciano di lato, conosci altre persone; c’è chi arriva in treno con la bici, c’è chi arriva il giorno prima partendo da casa con la bici e il carrello con il cane; insomma il giro diventa molto vario e il tempo scorre piacevolmente.

Il fondo cambia in continuazione; asfalto, terra battuta, ghiaia, pozzanghere.

Poi arrivi , tutti in birreria .

E anche questo comunque è un bel allenamento, alla fine del giro le gambe ti fanno comunque male.

Velocità media Km/H 18.1 basta non avere premura.

Esperienza che ripeterò al più presto !

ciao a tutti

Riccardo Biffis

 




Ciao Sandro,

volevo avere notizie dei miei valorosi compattrioti e compagni di lunghe battaglie ciclistiche.
Nella domenica del voto mi accingevo alla scalata della panoramica, quando un gruppo di valorosi ciclisti si scagliava con impeto sull’ impervia salita del Montello.

Il drappello di giovani eroi dava sfogo e vigore con la loro forza e, a suon di valorosi attacchi di pedale, avanzavano e conquistavano terreno al nemico. La loro avanzata era furibonda, ma perdevano commilitoni lungo l’ardua salita. Il drappello si sfaldava (io) ed arrancando, ma con sempre la bandiera della San Lazzaro nel cuore, giungevo in quel di Ciano dove però non trovavo traccia degli avventurosi eroi del pedale.

Ho vagato alla ricerca di quegli arditi verso Cornuda. Mi spingevo fino ad Onigo e Pederobba, ma nessuna traccia dei valorosi.

Pensando che dopo la furiosa conquista fossero tornati sui loro passi, me ne tornavo a casa, non prima di essermi attaccato a due baldanzose e irruenti donzelle del Santa Cristina che mi condussero fino a quel di Padernello dove proseguii verso casa.

Eroicamente percorrevo 97 Km e alle 12:30 entravo in polveriera dove adagiavo la mia arma da guerra stradale.

Roberto Rinaldi




Che giro RAGAZZI!

Sempre una grande scommessa, una grande emozione e un bel divertimento.
Freddo,ghiaccio ,notte, sonno..queste le preoccupazioni che insieme all’euforia ci accompagnavano alla partenza.
Gli scaldini?..una grande scoperta, un ottimo consiglio di Paolo e Graziella.
La compagnia?..ingrediente fondamentale per rendere il viaggio memorabile..un clima che fa venir voglia di partire..papà ha detto che se avesse avuto la bici avrebbe fatto qualche km insieme a noi.

PARTENZA A TUTTA..un po’ per scaldarsi,un po’ per l’eccitazione..Partenza che ahimè, si è rivelata troppo grintosa per le mie gambe (sempre poco allenate per queste imprese)e che mi ha mandato in crisi per ben due volte..per fortuna Paolo, Graziella, Enrico mi hanno aiutata a recuperare diminuendo la velocità del giro.
“…La Randonnée del Solstizio d’ Inverno è una prova esigente. Si raccomanda di affrontarla con la dovuta preparazione ed esperienza che il mondo dei brevetti Audax.”(ops forse mi è sfuggito quando mi sono iscritta😂)
Da Arco ci siamo diretti verso nord su strade secondarie fino a Dro. Una breve salita di 2km circa ha portato allo scollinamento nei pressi della frana glaciale delle Marocche di Dro; breve discesa e passaggio sul Lago di Cavedine. Abbiamo raggiunto Sarche e il lago di Toblino, ed infine Santa Massenza..luogo del primo controllo e ristoro: per la stessa strada siamo ritornati al punto di partenza per il secondo controllo e ristoro.
E qui abbiamo trovato il grande Ezio che ha documentato con foto la prima parte di questa nostra impresa.SUPER PAPÀ!
Sali scendi per tutto il percorso e via lungo il periplo del Lago di Garda iniziando dalla sponda Orientale,..gallerie, il buio che ti confonde nonostante la super illuminazione di cui eravamo dotati (attrezzatura necessaria per imprese notturne.)
Tanto per darvi un’idea della velocità,uno dei ciclisti che ha fatto un pezzo di strada insieme a noi, quando ci siamo fermati al terzo ristoro al Mc Donald di Peschiera del Garda a 115 km ci ha detto che era arrivato due ore prima dell’anno scorso.
Dopo esserci cambiati di tutto punto, siamo ripartiti e qui sì che il freddo si è fatto sentire, per fortuna per poco(il tempo che gli scaldini facessero effetto!).
Abbiamo attraversato tutto il basso lago, prima di risalire verso nord sulla Gardesana Occidentale.
Il lago? E chi l’ha visto con tutto quel buio!!!
Lungo il percorso abbiamo anche avuto la fortuna di pedalare con diversi gruppi di ciclisti, uno in particolare andava così piano, ma così piano che Enrico a momenti prendeva sonno!
Salò e poi ultimo controllo nei pressi di Gargnano.. altro momento in cui il freddo e la stanchezza si sono fatti sentire.. gli ultimi 30km faticano a passare, ma manca poco e la nostra avventura sarà terminata, con l’ arrivo previsto nello stesso luogo della partenza, ad Arco, in Piazza… dove ad attenderci c’è papà che si è alzato alle cinque e mezza per farsi trovare pronto e poterci riprendere all ‘arrivo.Grandissimo!

CHE BELLA ESPERIENZA 210 km..un grande solstizio d’inverno!

Grazie Enrico, Paolo e Graziella siete forti!
Ezio..autista, accompagnatore, fotografo..un GRANDE PAPA’.Grazie di cuore!

Angelica




L’evento è di quelli importanti, gli organizzatori lo sanno e lo hanno caricato di aspettative, di attese: è un sogno che può diventare realtà!

 

Dapprima mi sento coinvolto, mi iscrivo con convinzione, ma poi una volta lì, vedendo schiere di atleti determinatissimi che si allenano a testa bassa per i saliscendi di Solden, come fossero dei professionisti, prendo un po’ le distanze (il mio spirito randagio cerca altri aspetti nel ciclismo).

Pazienza, ormai sono qui, cercherò di scoprire se dietro a questo “carrozzone mediatico” c’è della sostanza che mi piace.

Il percorso è senza mezze misure (unico, con 238 km e 5500 m D+).

Le condizioni meteo sono sempre molto incerte, siamo a fine agosto con passi di alta montagna…..

Insomma, qui si fa tutto terribilmente sul serio ma vedo che niente è lasciato al caso, l’organizzazione è molto preparata, a partire dai mezzi e dal personale predisposti all’assistenza fino al briefing pregara, con tanto di bollettino meteo alla Bernacca.

Da parte mia ce la metterò tutta per farcela. Proverò a gestire la situazione seguendo i consigli di chi l’ha già fatta e secondo le mie condizioni fisiche del momento.

Quest’anno mi sono allenato duramente con giri lunghi, grandi dislivelli, spesso in solitaria, spesso ad orari improbabili, provando soddisfazioni ma anche delusioni per una forma fisica che stentava a venire.

E allora sono partito con il solo obiettivo di arrivare, ci ho provato con determinazione tutto il giorno e, …….. alla fine ce l’ho fatta, anzi, è andata persino meglio di quanto mi aspettassi.

Ma non è per aver “portato a casa” questa prestazione che mi ricorderò dell’Otztaler Radmarathon, ma per l’atmosfera che mi ha avvolto sin dalla partenza alle 6:45 fino all’arrivo alle 19:20. Parlo del sostegno della gente comune lungo il difficile percorso, che quando ci vedeva passare (anche se ero dentro ad un gruppetto disperso, piuttosto attardato rispetto ai primi) ci incitava con un “HOP, HOP, HOP….SUPER….BRAVO”, seguito da un applauso (e solo dopo alcune ore di gara ho capito che la seconda espressione, pronunciata “züpper”, non voleva dire “meriti una zuppa” ma “sei super”).

Addirittura sul Passo Giovo, lunghissimo come tutte le altre 3 salite, qualcuno del pubblico, vedendomi arrancante, ha letto il mio nome scritto sulla targhetta del manubrio e mi ha incitato chiamandomi per nome. Un’emozione fantastica, indimenticabile.

Come indimenticabile è stato l’ultimo tratto di discesa lungo circa 30 km dove, andando piano per l’asfalto bagnato, ho avuto il tempo di ripensare a tutta la gara, ripercorrendo le difficoltà passate in una giornata così lunga, al grande sforzo fisico e a quello mentale per mantenere alta la concentrazione; a tutta l’incertezza per un percorso che non avevo mai fatto prima, alle salite veramente interminabili, al freddo pungente della pioggia e del vento a 2500 m sul passo del Rombo……..e mi sono quasi emozionato.

Poi sul traguardo lo speaker ha pronunciato il mio nome, la mia famiglia era lì ad aspettarmi e mi sono commosso.

Ma è successo solo a me? No, mi sono guardato attorno ed eravamo tutti presi così. La giornata era stata troppo intensa, è stato uno sfogo liberatorio, bello, umano.

E’ durato un attimo, mi sono ricomposto ed è iniziata la festa, con gli abbracci, le foto, i complimenti, il meritato ristoro finale.

E poi ci sono le persone che ho visto durante la gara, lasciando perdere i campioni da granfondo, quelle nelle mie condizioni, ognuna con la sua storia ed i propri obiettivi da realizzare, ognuna messa a nudo da questo sforzo devastante:

  • qualcuno non ce l’ha fatta;
  • qualcuno l’ho trovato a piedi sull’ultimo passo alpino che spingeva la bici, resistendo alla tentazione di salire sul carro scopa che gli passava accanto.

E poi ho potuto fare i complimenti a Giorgio, un italiano che pedalava con una gamba sola, senza protesi su quella mancante. Da solo non avrebbe potuto nemmeno scendere dalla bici! Mi ha guardato ed ha accennato ad un sorriso di ringraziamento. Erano più di 11 ore che era in sella, non è semplice, non credo che al suo posto ce la farei …..

Infine chiudo con la conferma di un altro aspetto che esalta questa gara, l’arrivo dell’ultimo partecipante in tempo utile. Sono le 20:30 circa, ormai è quasi buio, dietro a quest’ultimo ciclista ci sono tutti i mezzi dell’organizzazione a sirene spiegate e strombazzanti, un tripudio, sembra sia lui il vincitore della gara. Appena passato il traguardo, ancora ansimante, lo accompagnano sul podio e lo speaker si complimenta per la riuscita della sua impresa. E poi gli chiede se l’anno prossimo sarebbe tornato a fare la gara. Parlava inglese ma tutti abbiamo capito che non è riuscito a trattenere un plateale vaffan…….

E giù tutti a ridere di gusto.

 

Frank