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UN BRIVIDO, DEI CRISTALLI DI NEVE, DEGLI AMICI

Ogni anno vedo Cima Grappa imbiancata e a volte la visito con la webcam del Rifugio Città di Basano.

Ma quest’anno ci vado, ci andiamo proprio.

Mi accerto che almeno una strada sia praticabile: la Cadorna è libera.

Una rapida carrellata di messaggi ed il gruppo è formato.

Partenza alle 9, la giornata sembra buona.

27 km di salita ed eccoci in vetta percorrendo una trincea nella neve.

Fantastico, ma è meglio entrare subito i rifugio, c’è vento e non fa proprio caldo.

A salire non c’è rischio (si va talmente piano), ma a scendere qualche attenzione ci vuole, meglio non distrarsi.

Ecco fatto. Un’esperienza inedita per il nuovo anno e per iniziare il brevetto 2018.

Che pace c’era in vetta…….e che panorama. Ce lo portiamo a casa, come stimolo per tornarci con la bella stagione, quando la forma sarà migliore e saremo in piena vertigine da ascesa.

Ciao

Francesco

QUALCHE SUGGESTIONE IN PIU’

Da quest’anno c’è uno spazio dedicato alle idee e alle azioni che possono suggestionare la nostra vita ciclistica e non solo.

Perche’ ………..”la vertigine non è paura di cadere, ma voglia di volare”…. come canta Lorenzo Cherubini, e quello che più importa è che ….”si abbia già la voglia di mettere la bicicletta sulla strada, e di pedalare ancora verso l’alto. Per provare ancora la vertigine della salita, la sensazione di volare, faticando, barcollando, pregando e strepitando, felici come bambini, sui pedali.” (cit. Riccardo Barlaam, La verigine della salita).

E allora a presto.

E buon Anno.

Francesco

 

UNA GARA UNICA

L’evento è di quelli importanti, gli organizzatori lo sanno e lo hanno caricato di aspettative, di attese: è un sogno che può diventare realtà!

 

Dapprima mi sento coinvolto, mi iscrivo con convinzione, ma poi una volta lì, vedendo schiere di atleti determinatissimi che si allenano a testa bassa per i saliscendi di Solden, come fossero dei professionisti, prendo un po’ le distanze (il mio spirito randagio cerca altri aspetti nel ciclismo).

Pazienza, ormai sono qui, cercherò di scoprire se dietro a questo “carrozzone mediatico” c’è della sostanza che mi piace.

Il percorso è senza mezze misure (unico, con 238 km e 5500 m D+).

Le condizioni meteo sono sempre molto incerte, siamo a fine agosto con passi di alta montagna…..

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L’ULTIMO GIRO – il racconto di Francesco Pavan

Francesco Pavan

Un po’ di ferie a fine anno e immancabile ultima uscita in MTB.
Non inizio bene: i miei compagni danno tutti forfait, ma il giro previsto è interessante, vado comunque, cercherò di stare sulle vie principali, in MTB non si sa mai…….
Poi dimentico a casa il telefonino, azz, mi sembra di essere nudo ed indifeso, ma poi penso: “una volta neppure ce l’avevo e di percorsi in solitaria ne ho fatti tanti”.
E allora via.
Parcheggio a Segusino, 5°C, cielo così così.
Salita per Milies su asfalto con rapporto agilissimo per “scaldare la gamba”.
In cima i presepi sono belli.Poi inizia lo sterrato con una strada bella larga con dei tratti in cemento staggiato.
Nel telefonino avevo scaricato la mappa del giro, pazienza, ho memorizzato alcuni nomi di riferimento: “Monte Doc”, “Capitel di Garda”, però non ricordo più dove girare per arrivare a Posa Puner. Cercherò di orientarmi.
Per un attimo intravedo un’alba così rossa da sembrare un tramonto, poi finisco dentro le nuvole basse e la temperatura non sale più sopra i 2°C.

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E’ UNA RUOTA CHE GIRA

Uno, due, tre ……….. via.

Alla partenza, con tutto il programma davanti, l’arrivo sembra lontanissimo, distante da raggiungere. L’orizzonte è aperto a tante cose ………….., e poi ci troviamo inaspettatamente al traguardo: migliaia di chilometri percorsi, un po’ più vecchi, un po’ più ricchi di esperienze e di ricordi.

E’ un po’ come la vita: ci affanniamo e poi finisce, …………… ma qui viene il bello, lo straordinario: qui per noi la vita è come una ruota, e non è fatta per girare una volta sola! Ogni anno riparte. Decidiamo noi per quanto farla andare e a quale velocità. Di certo prima o poi dovrà frenare e si fermerà, ma intanto lasciamola libera di ruotare.

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Siamo tante ruote che qui da noi si incontrano e procedono nella stessa direzione. Alcune vanno più forte e alcune più piano, si distanziano, si aspettano, si perdono di vista e …………. poi si ritrovano. E sono felici di rincontrarsi nuovamente alla partenza dell’anno dopo, con nuovi progetti.

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Siamo ruote di tutti i tipi: scanzonate, serie, spumeggianti, stanche, energiche, libere, indomite, esperte, ambiziose, ammaccate, randagie, di compagnia, impavide, da granfondo, turistiche, eroiche, tutte con una grande voglia di girare, sempre in avanti, nella stessa direzione. E mentre ruotiamo siamo ruote felici, perché questo è il nostro obbiettivo.

E anche se si sa che la felicità è un momento, possiamo comunque decidere noi quanto farlo durare.

Grazie a tutti per l’anno trascorso.

Francesco

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p.s.

E anche se una delle nostre ruote non gira più tra noi in questa terra, di sicuro continua a girare lì in cielo.

Ciao Stelio.

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