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Ma che cos’è?
Una Montagna.
Ma quale?
La più alta che c’è.
Ah l’Everest. E cosa centra? Non è per le bici!
Giusto, non è per le bici ma per chi le usa per rendere migliore la propria vita (e a volte quella degli altri).

 

Si, ma è troppo alto, manca l’aria!

Già, ma quell’aria rarefatta ti libera da tutto fino a lasciarti solo ciò che serve per arrivare in vetta.

Ma come si fa?

Prima di tutto ti armi di un po’ di pazzia, poi ti alleni e poi speri che sia una giornata fortunata.

Cosa c’entra la fortuna?

C’entra, c’entra. Per arrivare in cima deve andare tutto dritto: devi stare bene, il clima deve essere quello giusto, non avere problemi meccanici, avere la compagnia giusta, ……. un sacco di cose devono funzionare.

E poi quando arrivi cosa succede?

Quando fermi il timer e registri il risultato sei finalmente libero.
Libero dalla fatica, dalle aspettative, dal peso che ti porti dietro.
Diventi improvvisamente leggero e …….. felice.
Perché quando arrivi si avvera un sogno.

E dopo?

Dopo realizzi quello che hai fatto: controlli i tempi, il ritmo, le calorie, i chilometri, la velocità e cominci a pensare: ”ma ci sono proprio riuscito”?

E le gambe come sono?

Lo vedrò alla prossima uscita, appena riuscirò a portare giù la testa che è rimasta lassù!
Buona estate.
Frank




Pedalare col caldo ti stressa?
Vorresti fare una bella salita ma per arrivarci le strade hanno un sacco di traffico?
Fai fatica a dormire e giri come una trottola nel letto prima di prendere sonno?
Sei allenato e vuoi fare un’esperienza ciclistica particolare?
La soluzione c’è!
Una bella scalata al monte Grappa, versante da Semonzo, passando per Asolo e Bassano, con tanto di alba e ristoro in quota.

Partenza venerdì 21.07.2023 da Frescada alle ore 22:30 (ritrovo alle 22).
E ricorda: ‘E’ il viaggio, non la meta, ciò che conta’ (T.S. Eliot).
A venerdì.
Ciao
Frank
N.B.
Dare conferma al 339 6947002
Due consigli per chi non ha mai provato quest’esperienza:
  1. portarsi appresso abbigliamento autunnale/invernale per l’attesa dell’alba e per la discesa (bastano anche solo i manicotti/gambali/maglia intima di ricambio);
  2. oltre al faro da manubrio non guasta il faro da casco.

 




Venerdì 5 agosto

Il viaggio verso l’alba di Cima Grappa è ormai vicino………

partenza venerdì 5 agosto alle ore 22 da Frescada ……….

salita da Caupo con avvicinamento da Feltre………

senza fretta……..

senza le ombre del sole che scandiscono il tempo…….

senza un tracciato preciso……..

solo con il punto di arrivo stabilito

……..………in alto,

per poi scendere con il favore delle prime luci dell’alba……….

su un percorso leggero.

 

 

Oltre al solito equipaggiamento per un giro lungo consiglio di attrezzarsi con uno zainetto con dentro:

– braccioli e gambali;

– maglietta intima di ricambio;

– giacca della divisa invernale.

Suggerisco anche una lampada frontale, sempre utile in salita.

Unico consiglio in dialetto: in leto coe gaine xioba de sera!

Ciao

Frank

N.B.

Chi viene mi dia conferma per organizzare alcuni dettagli logistici.

339 6947002




In vista una settimana torrida? Vuoi pedalare lo stesso?

Cosa c’è di meglio di un Grappa in notturna?

Ecco la ricetta giusta:

  • raccattare una bella manciata di ciclisti nottambuli;
  • partire da località FRESCADA alle ore 23:00 di venerdì 26 luglio dopo alcune foto di rito;
  • pedalare fino a Pederobba per strade secondarie, con arrivo alle 00:30 circa;
  • avvicinarsi a Semonzo con la dovuta calma;
  • rabboccare le borracce al fontanone/lavajo;
  • accensione della lampada frontale e inizio della scalata dei 28 tornanti;
  • breve fermata di controllo alla piana di Campocroce;
  • arrivare in cima alle ore 4 circa;
  • ristorarsi con panini a base di soppressa crudista vegana (per le bevande adeguate da vedere se si racimola l’ammiraglia, altrimenti si va ad acqua);
  • fotografare all’alba delle 5:30 circa;
  • scendere per le malghe e poi per la capra in direzione Fietta;
  • rientrare con percorso da definire prima della “grigliata” sull’asfalto rovente.

Due consigli per chi non ha mai provato quest’esperienza:

  1. portarsi appresso abbigliamento autunnale/invernale per l’attesa dell’alba e per la discesa;
  2. oltre al faro da manubrio non guasta il faro da casco.

Come accennato quest’anno probabilmente non ci sarà il supporto di un’auto, quindi ce la vedremo da soli con la notte, con la luna del cinquantennio, col silenzio, con la pendenza, con il rumore della catena e dei copertoni, con i suoni della natura della montagna.

A venerdì. Ciao

Frank -339 6947002




Ma la foto più bella l’ha fatta Gianfrj

La RADIOCRONACA di Paolo Schiavon:
h. 07:15 – Paolo e Gianfrj accompagnano il gruppo fino a Pederobba dove la compagnia si saluta e promette che ci saranno anche il prossimo anno.
h. 5:00 – Mi giungono i saluti di tutti dal Rifugio Bassano, in attesa dell’alba si festeggia meritatamente e Vi giungano i complimenti dai nostri (invidiosi) amici.
h. 04:45 – Arrivati al Rifugio Bassano si aprono i festeggiamenti in attesa dell’alba. La soddisfazione è grande almeno quanto la montagna del Grappa.
Prosecco, panini, dolci e quant’altro portato su vanno per il recupero energetico. La luna sta a guardare.
h. 04:25: – Paolo, che aveva chiesto la compagnia di Gianfrj per restare sveglio, si ritrova a dover controllare, oltre che la strada, i ciclisti ed il panorama, anche lui che dorme beatamente.
h. 04:23 – Martino mi dedica un saluto ed una promessa per l’anno prossimo. La salita ora è più lieve e fatta di saliscendi. Anche loro possono ammirare la luna piena dopo il pleniluneo. Il paesaggio è unico ed indescrivibile.
h.03:00 – Dopo l’Archeson ci si appresta all’ultimo tratto. Mi giungono graditi i saluti di tutti e un pò mi si stringe il cuore. (Ahi!!)Bravi ragazzi !
h. 02:30 – Qui la salita si fa’ dura e buia. Siamo sull’Archeson e sulla strada delle malghe.
h. 01:00: Finito il Monfenera si passa al Tomba. Il gruppo rimane compatto e nel buio più nero avanza verso la meta.

h. 00:45 : Inizia la salita del Monfenera. Andatura sostenuta, qualcuno si stacca, ma poi recupera.
h. 00:30: Pederobba. Il gruppo si compatta con altri amici e si concede il 1° ristoro.
h. 23:54 : Dopo Montebelluna passa in testa Martino seguito da Leo. La media scende a 32 km/h. Frank è in coda e controlla il gruppo. I nostri confabulano e sicuramente definiscono alleanze e strategie.
h. 23:27 Passato Porcellengo, verso Montebelluna. Leo guida il gruppo compatto e tiene la media di 35 km./h
VERTIGINE  con Francesco ci saranno: Leo, Martino Ossi, Adino con 2 amici “Eroici”, Matteo amico di Francesco, Paolo Schiavon (assistenza ?)
Livio Campigotto, ma superate le 100 salite del Grappa gli è venuta una strana allergia …
L’Eclissi di “luna rossa” non poteva mancare:
“Man mano che scenderà l’oscurità sarà sempre più apprezzabile l’ombra che avanza sul disco lunare con le località di mare, dove l’est è libero, favorite. La fase di totalità si raggiungerà tra le 21:30 e le 23:13, mentre il massimo dell’eclissi è previsto alle 22:22. Lo spettacolo si concluderà all’1:30 della notte del 28 luglio. In aggiunta si tratterà anche di un’eclissi di miniluna, visto che il nostro satellite sarà, infatti, alla massima distanza dalla Terra, oltre 406.000 chilometri.”
L’anno scorso ci è riuscita bene, perché non ripeterla?
Dell’invito che avevo predisposto cambio solo le date ( VENERDI’ 27 LUGLIO 2018 ORE 22:30 dalla chiesa di Frescada) e ve lo ripropongo.
Se qualche sbandato volesse salire in auto mi contatti, ci sarebbe qualcosa da portare su in cima per il brindisi.

Ciao

mde

Di notte il mondo cambia, la dimensione spazio-temporale è differente.

Forzatamente ci si deve concentrare sui dettagli,

tutto il resto è buio…………

………..in attesa della luce del nuovo giorno.

Bene, se qualcuno vuole sperimentare una sempre nuova esperienza ciclistica, possiamo affrontare assieme il versante del Grappa che inizia da Pederobba, a mio parere il più bello.

Si parte dalla chiesa di Frescada, sede della S.C. San Lazzaro, alle 23. Arrivo previsto prima dell’alba a Cima Grappa per le ore 4:30 circa. Ritorno per Semonzo con calma.

Sono richiesti:

– una buona conoscenza di questo versante;

– fari adeguati: almeno uno da manubrio, uno frontale e uno posteriore;

– fasce o giubbetto ad alta visibilità, soprattutto per l’avvicinamento da Frescada a Pederobba (da fare quasi tutto su vie secondarie);

– abbigliamento tipo autunnale per la discesa del rientro;

– acqua e cibo dato che non penso troveremo esercenti aperti durante il nostro passaggio;

– una buona dose di spirito escursionistico (si viaggia in gruppo ma senza assistenza esterna);

– voglia di pedalare liberi dalla frenesia quotidiana.

Allora vi aspetto venerdì 27 luglio alle 22:30 circa, in caso di maltempo si sposta tutto a venerdì 3 agosto.

Ciao.

Francesco

(per informazioni contattatemi al 339 6947002)

 




Se ti dico Ortles mi guardi e dici ok, ma dentro di te non hai un’idea ben precisa.
Se invece ti dico Stelvio, se ti dico Gavia, una serie di immagini scorrono nella tua mente e pensi al mito………
Se ti dico randonnèe scuoti la testa e pensi ad un misto di difficoltà, lunghezza, autonomia, una situazione non sempre definita.
Se invece ti dico “giro in bici” ti vengono in mente il divertimento, il piacere, la sfida, il risultato.
Beh, sabato scorso ho partecipato alla Randonnèe Tour d’Ortles: un sogno.

ORTLES ATTESTATO 2018

Erano un po’ d’anni che ce l’avevo nel mirino e alla fine me la sono “portata a casa”.
Ma non è stato facile e provo a spiegarvi il perché.

Si tratta di un percorso MONUMENTALE che piano piano ti svuota.
Per i primi 120 chilometri devi affrontare 2 giganti buoni e poi, per i successivi 130, devi controllare 2 nanetti cattivi e non puoi sbagliare tattica di ingaggio. Perché?
Perché non è prevista assistenza.
Perché ti devi conquistare 4 vallate (in sequenza: Valtellina, Valcamonica, Val di Sole, Val Venosta) e, se per caso decidi di rinunciare a proseguire, per tornare a casa devi risalire i versanti che hai appena disceso!
Perché il clima non è mai mite: o fa caldo o trovi la neve.
Ma bando alla retorica, iniziamo.

Siamo in 3.

A Merano arriviamo di pomeriggio, ritiriamo il pacco gara e ci prepariamo per la cena: birra e stinco……..stiamo leggerini.

Sveglia prima delle 4, colazione abbondante, partenza alle prime luci dell’alba, ci sono già 25°C.

Percorriamo la bellissima ciclabile della Valvenosta fino a Silandro, poi prendiamo la statale che ci porta a Prato allo Stelvio.

48 tornanti dolci, lunghi, che ci portano in alto. Sopra si sta bene, sono le 10:15.

Matteo decide di non continuare, non è la giornata giusta: le gambe sono già dure, non girano. Se dopo lo Stelvio non si sbloccano è un problema tornare indietro. Sarà per un’altra volta.

Io e Gigi scendiamo verso Bormio in mezzo ad un nugolo di moto. 20 km e siamo giù al caldo.

Siamo in Valtellina e cominciamo ad arrancare lungo i 26 chilometri che ci portano in cima al Gavia: un paio di soste, temperatura sempre sopra i 30°C, pendenza fino al 15%. Ma sopra ci sono 2 bei laghi, ci arriviamo alle 14.

Propongo una birra al rifugio ma Gigi dice che è “in soglia”, se dovesse sbagliare qualcosa sono ca…….

E allora giù verso Ponte di Legno per 18 chilometri.

Nel sistemare la borsa sottosella devo aver fatto casino e con le buche della discesa questa si sbilancia, sento come se qualcuno mi tirasse indietro. Freno subito: la borsa si è incastrata tra la ruota ed il canotto reggisella, accipicchia (eufemismo)……..è andato tutto bene.

La sistemo adeguatamente ed iniziamo il Tonale. Ci sono 35°C. Abbiamo già fatto 140 chilometri con 3.800 D+.

Gigi soffre il caldo come me, andiamo piano. Alle 16 arriviamo sopra. Mi siedo su una sedia, il primo nanetto lo abbiamo messo a posto!

Da adesso dovrebbe essere una passeggiata, dobbiamo percorrere tutta la Val di Sole fino a Mostizzolo e poi fare un lungo “cavalcavia” fino al Passo delle Palade.

E invece questo nano malefico alto appena 1000 metri distribuiti su 32 chilometri, con continui saliscendi, ci spacca.

Col caldo che fa e dopo 200 chilometri siamo come due patate lesse.

E qui Gigi fa una canagliata: prende la “bomba” senza farsi vedere e così quando la salita si fa più dura vedo che non rallenta come me e penso che sono proprio finito. Comunque mi aspetta e solo alla fine avrà il coraggio di mostrarmi la boccetta con la porzione magica in parte consumata.

Sono le 20, siamo in cima al Passo delle Patate, ahem……delle Palade: chiedo del padre confessore, sono spappolato, ho il culo in carne viva.

I ragazzi del controllo ci assicurano che da adesso è solo discesa. Ci sono ancora 25°C, siamo a 1500 metri di altezza.

A Merano ci arriviamo alle 20:45.

Matteo ci allunga subito 2 birre ghiacciate: adesso si può, adesso siamo a “casa”.

 

E mentre Gigi e Matteo addentano degli ottimi panini onti, io mi limito ad un gelato: dopo 5 litri d’acqua, 2 litri di Sali, 2 litri di Coca Cola + tutto il cibo, il mio stomaco non riceve più niente. Solo più tardi un’ottima grappa di Traminer, presa in albergo, gli darà pace.

ORTLES BREVETTO 2018

Vi posso dire che mi sarebbe piaciuto essere stato più allenato, che la giornata fosse stata più fresca, che l’ultimo passo fosse stato con una salita secca e poi tutto in discesa.

Mi piacerebbero tante cose, per me e per gli altri………, ma alla fine va bene così: 13 ore pedalate e quasi 16 in gara con te stesso.

E come sempre, quando fai qualcosa d’importante, te ne rendi conto solo dopo: quando “realizzi” ciò che hai fatto, quando realizzi che l’hai fatto tu e per davvero.

A presto.

Frank