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Calderba 2020

Il titolo rappresenta la sintesi bella e importante che mi sono portato a casa dopo una mattinata in bici da corsa per partecipare alla tradizionale cerimonia commemorativa del campionissimo Fausto Coppi a Calderba di Ponte di Piave. E quest’anno si celebrava il 60.mo anniversario della morte avvenuta il 2 gennaio 1960.

Un buon numero di società amatoriali si presentano il 5 gennaio scorso, alle 9,00, in Piazza del Grano, a Treviso, luogo designato per la partenza. La San Lazzaro Goppion è presente con quindici ciclisti, sotto l’attenta guida del Presidente Raffaello Longo, che, visto il freddo pungente (temperatura tra zero e +1) si preoccupava di verificare l’adeguatezza dell’abbigliamento dei “suoi ragazzi”. Subito la carovana si mette in movimento, scortata, fino ai confini comunali, dai vigili urbani di Treviso, ai quali va il sincero ringraziamento per la puntuale e preziosa presenza a questa manifestazione. In corsa si percepisce il ruolo di guida che la San Lazzaro Goppion si è conquistata in tanti anni di partecipazione, tanto che, dopo un paio di chilometri dalla partenza, due ciclisti di altra società parlando di noi dicevano: “lascia andare avanti loro a guidare il gruppo…noi stiamo dietro”.E proprio quando le mani e i piedi iniziavano a scaldarsi, arriviamo a destinazione a cerimonia appena iniziata. Il presidente nazionale FCI-cicloturismo Renzo Pizzolato, complimentandosi con i presenti, ha esortato le società amatoriali a onorare con ancora più convinzione queste ricorrenze perché solo ricordando il passato si può pensare ad un futuro migliore. Alla cerimonia erano presenti anche Germano Bisigato presidente dell’associazione ex ciclisti della Marca Trivigiana ed Edy Tempestin, presidente dell’associazione Fausto Coppi di Ponte di Piave. E infine voglio citare il Sindaco di Ponte di Piave Paola Roma, il cui discorso mi ha ispirato il titolo di questo articolo. “Si possono avere differenti visioni della realtà, ma ci sono obiettivi del senso di comunità che devono andare oltre”. Queste le parole del Sindaco rappresentate anche nella targa che il campione del passato Renato Longo ha consegnato alla A.S.D. Fausto Coppi, in memoria del passaggio di borraccia tra Coppi e Bartali durante un Tour De France. Come dire che i due rivali sportivi di sempre, avevano, il rispetto e la lealtà come valori fondamentali del loro essere ciclisti ma soprattutto uomini. E il pianto di Bartali alla notizia della morte di Coppi ne è un’altra testimonianza. Ed ecco perché i campioni hanno valori irrinunciabili che li contraddistinguono nello sport e nella vita. Non il denaro, non le prime pagine dei giornali ma il desiderio di lasciare un segno, un significato, un ricordo indelebile con l’obiettivo comune di trasmettere ai posteri valori morali positivi. Ma se questi valori rendono grandi i campioni dello sport professionistico, possono fare altrettanto anche con semplici praticanti e appassionati. Dirò di più, i valori di rispetto e lealtà nei confronti dei singoli e della squadra, dovrebbero essere il senso più importante, se non l’unico, dello sportivo non agonista e non professionista. Perchè come insegnano Coppi e Bartali, al di la delle vittorie e della celebrità, sono queste le cose che diventano contagiose quando accadono, ma soprattutto vengono tramandate a chi viene dopo. Concludendo, è bello fare sport, è bello competere, è bello avere diversi punti di vista ma poi, alla fine, bisogna avere la capacità di andare oltre…