PER AIUTARE PAOLO

Stamane sono passato dal negozio di Paolo Biasuzzi per acquistare frutta e verdura ed ho trovato prima Marco e poi Paolo. Mi è venuto spontaneo chiedergli come stava la Graziella. Lui mi ha risposto che stava migliorando, faceva progressi assistita con professionalità nel reparto di riabilitazione dell’Ospedale di Treviso.
Poi ci siamo scambiati il nostro reciproco stato di salute ed ho notato in Paolo un turbamento imprevisto e mi è parso di capire che il suo stato d’animo non fosse sereno.
Mi ha confidato che se Graziella aveva subito un forte trauma fisico, per lui il trauma era stato mentale ed ora aveva scelto di curarsi presso i Servizi dell’Ospedale di Treviso. Ora sta seguendo un percorso guidato e si è reso conto che se avesse continuato da solo non sarebbe più uscito dalla buca di dolore in cui era precipitato ed avrebbe continuato ad incolpare se stesso per quanto accaduto alla Graziella. Il medico l’ha convinto che il suo caso viene prima della Graziella. Lei è in mano di bravi medici che la stanno riabilitando ed a lui non resta che avere fiducia ed attendere. Per lui il percorso sarà altrettanto lungo ed impegnativo, dovrà uscire dalla buca di dolore in cui è precipitato e tornare a vivere e sperare.
A questo punto Paolo mi ha confidato che ogniqualvolta gli viene chiesto “come sta Graziella” è come se gli prendesse un colpo al cuore e le lacrime gli scendono inesorabilmente perché l’episodio dell’infortunio gli torna alla mente e lui sente una responsabilità che non è sua. Ma poiché la sua Graziella non è più al suo fianco a pedalare, lui se ne fa una colpa.
Paolo è tornato tra di noi perché gli abbiamo dimostrato che siamo suoi amici. La bicicletta per il momento rimane appesa al chiodo, ma l’obiettivo è quello di recuperarla ancora.
C’è qualcosa che tutti noi possiamo fare per aiutare Paolo a tornare a vivere serenamente, dobbiamo evitare di chiedergli “come sta Graziella” o peggio ancora chiedergli di andare a vederla. Questi gesti che nascono dalla nostra anima e ci sembrano spontanei e dovuti, provocano un dolore immenso in Paolo perché lo riportano all’incidente, quando dopo l’impatto, la ricerca di Graziella era stata incredibilmente difficile e quando l’aveva trovata non aveva saputo fare altro che distendersi al suo fianco ad aspettare i soccorsi.

Stamane Paolo mi ha chiesto di trasmettere il messaggio a Voi che gli volete bene e che forse Vi stupirà, ma è proprio quello che chiede, per tornare a vivere ed aspettare il ritorno di Graziella.
Aiutiamolo, in silenzio.

Sandro Vian

Treviso, 18 luglio 2018

TUTTI GLI AMICI DI PAOLO E GRAZIELLA

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