LO SPIRITO AGONISTICO E LO SPIRITO DI GRUPPO di Paolo Schiavon

Nell’uscita di domenica 29 aprile, ci siamo ritrovati alla partenza probabilmente in più di 40 ciclisti. Un numero importante considerato il ponte festivo. Il calendario ci dava due mete possibili….. Vidor per il giro corto e Grotte del Caglieron per il lungo, con percorso comune fino a Ponte della Priula. L’andatura dei primi kilometri è allegra ma non impegnativa oscillando tra i 28 e 31 km/h.  Non è presente il furgone sociale “ammiraglia”, messo sempre a disposizione dallo sponsor Goppion Caffè e la sua mancanza si è avvertita molto, in una domenica funestata da cadute e incidenti meccanici. Giusto per movimentare la mattinata, inizio subito io in località Castrette, quindi a una decina di km dalla partenza  con una foratura e qui mi rendo subito conto che siamo talmente abituati (bene) alla presenza del furgone sociale che, nelle rare occasioni in cui non c’è, probabilmente non ce ne rendiamo conto.

Il gruppo compatto ha infatti proseguito normalmente la corsa, come se fosse dato per scontato l’arrivo del furgone ammiraglia che in questi casi carica ciclista e bicicletta (nel frattempo aggiustata) fino a riportare lo sfortunato a contatto con la squadra in corsa. Forse nelle prossime uscite domenicali sarà necessario, precisare con ancora maggior chiarezza, quando il furgone  non sarà presente. Ringrazio comunque il nostro Presidente Raffaello Longo, che, armato di tutto il necessario, è tornato indietro  per non lasciarmi solo e velocizzare la sistemazione della bicicletta. Poco piu di 10 minuti e il problema era risolto, ma era evidente che non sarebbe più stato possibile raggiungere il gruppo. Abbiamo allora (io e il Presidente) preso direzione Montello e, strada facendo, ci siamo aggregati a Matteo Pillon e consorte Palmira, che avevano deciso per una seduta di allenamento separata e meno impegnativa . Fatta assieme la strada del Solstizio, ci siamo poi divisi e con il Presidente sono andato ad attendere la squadra che scendeva dalla presa 10. L’attesa si prolungava oltre ogni previsione e, purtroppo, la causa era da imputarsi ad una caduta che ha coinvolto Anselmo e Claudio,  con conseguente trasporto precauzionale all’ospedale più vicino. Avute le necessarie rassicurazioni telefoniche sulle condizioni non preoccupanti dei feriti e avvisate le famiglie, siamo tornati a casa tutti assieme  con una velocità di 33-37 kmh, piacevolissima  e per nulla faticosa. A mio giudizio la parte più bella di questa uscita domenicale perché sicuramente i più forti hanno rinunciato a qualche kilometro di velocità,  ma cosi facendo hanno incentivato i meno allenati a dare il massimo e anche di più per non farsi staccare e arrivare uniti fino a Treviso dove poi ognuno ha preso la strada di casa.  Per concludere direi che è stata una domenica sicuramente sfortunata ma con un finale che ha fatto risaltare lo spirito unitario del gruppo seppur in presenza di diversità anagrafiche e di preparazione fisica.

Paolo Schiavon

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