LA MIA PINA 2016 di Brunella Marzari

SoFile 10-07-16, 20 31 16no le 6.50 del mattino, sto andando alla partenza della Gran Fondo della Pinarello. Oggi è anche il compleanno di Renato e gli ho promesso che tenterò il percorso lungo.
A pochi metri da casa, a cavallo della sua moto, ci affianca il ns. Gianfry che, con la solita simpatia che lo contraddistingue, ci augura un “in bocca al lupo”.
In piazza del Grano l’appuntamento è col Gruppo della Società Ciclistica S. Lazzaro Goppion Caffè per la foto di rito e, perché no, anche per un buon caffè energetico.
La partenza è fissata alle  7.30.
Una volta usciti dal centro, trascinati dal gruppone, si pedala già a 40 all’ora.
Dopo Ponte della Priula inizia la prima salita; sono“i cimiteri”. Arrivano poi quelle di Barbisano, Molinetto della Croda, Rolle e fin qui tutto bene; ma a Zuel devo scendere dalla bici perché, un ammassamento incredibile di gente al ristoro, impedisce il passaggio.
Al bivio tra il percorso corto e il lungo saluto Livio e Franco e mi dirigo a Tovena.
Ora comincia il bello!
Il caldo si fa sentire e devo salire verso il passo S. Boldo più lentamente rispetto alla mia tabella di marcia.
Alle 10.30 sono in cima, faccio un breve spuntino e poi giù verso S. Antonio in Tortal.
Con noi ci sono altri tre ciclisti, tra cui una ragazzina carina del Giappone.
Passata Farra e Carve informo la giapponesina della difficile salita a Praderago.
Lei ringrazia e dopo un cenno di saluto parte a tutta manetta. A me non resta che mormorare “beata gioventù!”.
Ora la strada si inerpica, le pendenze sono terribili, qualcuno è costretto a mettere i piedi a terra.
Stringo i denti, voglio resistere ma, a circa un chilometro e mezzo dallo scollinamento, una morsa terribile al quadricipite mi costringe a fermarmi. Il dolore è lancinante; devo stendermi e rimanere ferma per un po’. Pian piano riesco ad alzarmi e ad incamminarmi verso il Passo.
Arriva un furgone; è il carro scopa  con Elio Nascimben.
“Vuoi salire?” mi chiede. Ovviamente rifiuto, e dentro di me penso “piuttosto la morte!”.
Apenna la strada spiana, rimonto in sella e raggiungo il ristoro.
E’ tardi! E’ già l’una!!
Rifocillata riparto con un gruppetto di altri sette, tra cui ancora tre ragazzi giapponesi.
Valmareno, Campea e finalmente Combai.
500 metri prima del ristoro ecco la foratura della mia ruota.
Il caldo è tremendo, mi sento sciogliere, Renato è quasi una maschera.
A lavoro finito non  gli resta che mettere la testa nella fontana per riprendersi.
Riparto: Guia, Vidor, Crocetta e finalmente la presa XIV
Dopo l’ultima salita la sosta al ristoro è d’obbligo.
Adesso è tutta discesa fino a Treviso dove arrivo alle 16.00 circa.
So di averci impiegato tanto tempo, ma mi sento comunque soddisfatta, perché e stata la mia prima Pina Lunga e perché le difficoltà incontrate, tra cui il caldo torrido, non mi hanno fermata.

bru (1)Brunella

 

 

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