LA VITA BELLA

LA VITA BELLA

Per chi segue il ciclismo quest’ultima settimana è stata ricca di emozioni: Nibali ha vinto il giro con capacità, fortuna e soprattutto con la “testa”, cambiando la sua impostazione mentale dal dover vincere per forza (unico vero big presente alla corsa rosa) a quella del “posso vincere se sto bene, se dimentico le pressioni che mi circondano e se sono affiatato con la mia squadra”.nibali

E la testa è stata importante anche per l’olandese Steven Kruijswijk che, per andare oltre il proprio limite, è caduto in discesa facendosi abbastanza male e spaccando la bici, riuscendo poi a contenere in soli 4 minuti il ritardo correndo verso il traguardo praticamente da solo (grandissima volontà)

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Ma la testa più illuminante è stata senz’altro quella di Esteban Chaves che, pur avendo perso per i postumi di una crisi di fame, è stato l’unico che in questo mondo iper agonistico ha messo a fuoco dei concetti fondamentali: la sua è una vita bella ed è felice di essere arrivato a fine gara, secondo dietro ad un grandissimo campione di oggi (magari domani il campione sarà proprio lui). Felice perché per la prima volta i suoi genitori hanno avuto la possibilità di venirlo a vedere in gara in Europa. Felice perché 3 anni fa, dopo una terribile caduta, i medici gli avevano detto che non avrebbe più potuto correre in bici.esteban chaves

Ecco, il pensiero profondo e concreto di questa testa ci fa bene, perché cancella tante banalità che a volte ci sfocano la vista.

Così come ci fa bene partecipare ad eventi come quello di ieri sul Monte Grappa, un’ascesa non competitiva dove ognuno è salito con una certa tranquillità, con il solo l’obiettivo di attivare in cima.

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Della S.Lazzaro eravamo in tanti e come sempre arrivare in vetta è stato soddisfacente anche se come l’anno scorso una nuvola impediva di ammirare lo splendido panorama.

Una volta arrivati sù e rifocillati al ristoro, Franco si è sbottonato un po’ e mi ha detto che era impaziente di tornare giù per assistere alla tappa decisiva di oggi, perché ieri “….. mi sono emozionato, ….. sarà l’età”.

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Ma no, non c’è età per emozionarsi di fronte ad un evento avvincente: a qualsiasi età ci si può immedesimare nei nostri campioni, calarsi nella parte e apprezzare la bellezza della vita.

L’esito finale poi lo conosciamo tutti e siamo fieri dello Squalo dello Stretto.

Bello sport il ciclismo, e BELLA LA VITA.

Ciao.

 

Francesco

 

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