Poffabro, presepio tra i presepi

Poffabro presepe tra i presepi

Isolata fino a fine ottocento, la strada sulla forra da Maniago è stata aperta nel 1888, la val Colvera è luogo silenzioso e solitario, ancor oggi testimone di antiche tradizioni, di leggende e di pregevoli aspetti architettonici rurali, per buona parte recuperati e restaurati dopo il terremoto del Friuli.
La valle del torrente Colvera è stata frequentata fin dalla più remota preistoria, in epoca romana vi passava una strada militare verso Julia Concordia.

I toponimi sono chiaramente di origine medioevale, dovuti a cognomi di famiglie germaniche, come Frisanco.

Poffabro è invece contrazione di “Decimam de Pratum Fabri”, il prato del fabbro, dove esisteva una officina per i metalli, del ‘distretto’ della città dei coltelli, la più famosa Maniago.
La vallata è elencata tra le parrocchie della diocesi di Concordia (Sagittaria) già nell’XI secolo, e il borgo di Poffabro citato in atti notarili erediari del XIV secolo.
Quantomeno curiosa la suddivisione amministrativa della val Colvera in vigore per tutto il medioevo.
Poffabro era associato al “Comunello di Casasola”, con proprie regole, e apparteneva al feudo di Maniago.
Frisanco e Cavasso erano soggetti al contado di Polcenigo.
Dell’epopea veneziana si ricordano soprattutto le numerose “suppliche” al Doge, che mettevano in evidenza, di certo non a torto, il “commun poverissimo”, chiedendo l’esenzione dalle pesanti richieste di legname per le necessità della Serenissima.
Davvero originale l’architettura, con case in pietra a più piani con diverse funzionalità, addossate l’una all’altra, con stupendi cortiletti interni e arditi ballatoi di legno. A Poffabro non vi sono edifici ‘padronali’ che si evolvono in maestosi palazzi, la sua originalità e bellezza si svolge tutta in case (un tempo) povere e rustiche, frutto della praticità contadina.
E tra questi cortiletti, tra le finestre e i porticati, a Natale vengono installati dei piccoli presepi, non di grande qualità “artistica”, ma di grande suggestione e sobrietà.

Il motto dice tutto: “Poffabro, presepio tra i presepi”.

da Magico Veneto

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