Giro delle Dolomiti di Sesto

Mercoledi 27 agosto 2015

BrunellaSono circa le 9.30 ed il sole splende sopra le montagne di Padola.
Si parte verso il Passo Monte Croce; la temperatura è fresca e stimolante.
Per fortuna c’è poco traffico e allegramente si raggiunge il Passo.
Decido per una brevissima sosta caffè; dopotutto sono in vacanza!
Di nuovo in sella si scende verso S. Candido e qui si imbocca la ciclabile che porta a Dobbiaco, al riparo da macchine e tir.
Gli occhi si appagano della vista sulla valle; l’aria è pulita ed i prati riflettono il loro verde smeraldo.
A Dobbiaco si riprende la statale verso Cimabanche.
Al Lago di Landro decido per un’altra breve sosta perché crostate e krapfen qui sono davvero speciali.
Si riprende verso Misurina con buona andatura; poco prima del lago ricevo la prima proposta: “andiamo fino al Lago d’Antorno?”.
Accetto; alleggerisco al massimo perché c’è subito salita e affronto i primi duri tornanti.
L’ansia di non farcela incombe ma sento che le gambe rispondono; raggiungo il lago, sto recuperando fiato quanto arriva la seconda proposta (un po’ me l’aspettavo): “andiamo su?”
Guardo il mio provocatore, sorrido e accetto la sfida (con me stessa).
Mi concentro totalmente sulla salita, ora non esiste più nessuno, solo la voce rassicurante del mio personal trainer che mi suggerisce preziosi consigli.
Eseguo tutto alla lettera perché voglio farcela.
A metà salita mi sento dire: “dai, coraggio, ormai ce l’hai nel mirino, tra poco quello davanti a te sbarella e lo superi”.
Alzo lo sguardo appena in tempo per vederlo mettere i piedi a terra, traballando come una gelatina.
Non voglio farmi prendere dalla paura di non farcela perché la strada tira veramente.
Approfitto dei pochi metri di alcuni tornanti per prendere fiato, ma sempre in sella.
A circa 1 km e mezzo dal rifugio Auronzo il mio personal trainer mi avverte:”io vado perché ora so che ce la farai da sola”.
Lo lascio andare.

Brevetto Bronca 09 ago 2015 (2)
Brevetto Bronca alla Malga

Dopo pochi metri una specie di rantolo sopraggiunge alle mie spalle. Con un filo di voce chiedo “tutto bene?”
“Si” mi sento rispondere a malapena. Ora il rantolo è proprio dietro di me, attaccato alla ruota e si fa ancora più pesante.
Suggerisco di rallentare, di controllare i battiti. “Non ho il cardio” mi risponde.
Giro appena lo sguardo e vedo che è anche a torso nudo.
Il suo fiato mi sta agitando ma non ce la faccio ad accelerare per distanziarlo.
Rassegnata proseguo; questo km è eterno.
Finalmente vedo il primo parcheggio e poi vedo il mio p.t. che mi viene incontro sorridendo.
Gli ultimi cento metri li faccio che mi sembra di volare; ce l’ho fatta!
Ora sono in Paradiso, in mezzo alle mie adorate montagne.
Chiedo ad un ragazzo di farci la foto ricordo e poi giù verso Auronzo, con prudenza perché l’emozione è ancora forte.
Ad Auronzo il caldo si fa sentire e penso al Passo di Sant’Antonio che a quell’ora del giorno (circa le 14) è proprio sotto il sole. Però lo conosco bene e arrivo in cima senza grossi patimenti.
Casa è ormai a 4 km, tutti in discesa.
Il giro è davvero finito ma l’emozione di quanto è stato fatto continua e resterà.
Brunella

P.S. il ciclista seduto sugli scalini nella foto postata su fb è l’ottavo nano: “Rantolo”.

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