LA SFIDA DEL MONTE GRAPPA

OLYMPUS DIGITAL CAMERAUna sfida, una semplice sfida, niente altro.

Per fare una cosa che si sente dentro, che ti coinvolge.

A sfidarmi è il Monte Grappa, lo scorgo da casa mia e lo controllo a vista:
si vede distintamente l’ossario, allora lì c’è bel tempo e si potrebbe andare;
non se ne vede la sagoma, allora oggi non è la giornata giusta, meglio andarci un’altra volta.

Insomma il Monte Grappa è un luogo che mi ha affascinato fin dalla prima volta che ci sono salito in bici nel 2010, percorrendo la strada che parte da Pederobba, passando per il Monte Tomba, il Palon, le malghe fino in cima al Rifugio Bassano.

Dove il tempo cambia velocemente e mi sento solo un ospite, gradito ma provvisorio.
Dove ogni volta che mi ci avvicino non riesco a fare a meno di voler arrivare fino in cima: è come il richiamo delle “sirene di Ulisse” (forse Ulisse è stato un precursore dei randonnèur!)

Certo per affrontarlo bisogna essere preparati, almeno 1500/2000 km con un discreto bagaglio di km percorsi in salita, meglio se in salite lunghe e continue, come piacciono a me.

E’ si, mi sento un cosiddetto “grapposo”, una definizione strana che non conoscevo finché per caso, un sabato di luglio dello scorso anno, salendo dal versante di Seren, ho incontrato degli sporadici gruppetti di ciclisti impegnati proprio nel Monte Grappa Challenge: una manifestazione sportiva tipo “randonnèe”, non competitiva, con una finalità anche sociale, dove ognuno può misurare le proprie forze mentali e fisiche con il “gigante” delle nostre Prealpi.

6 versanti da affrontare in tutto, ma ne basta anche uno solo, 300 posti a disposizione, partenza dalle 5:30, arrivo anche a notte inoltrata per gli impavidi.

La data è fissata per il 18 luglio, sembra lontano ma per chi si allena poco come me ogni appuntamento con la bici diventa importante, da sfruttare al massimo, come ieri al Monte Grappa Day quando, in compagnia di 6 baldi Goppion e circa 2000 altri ciclisti, siamo saliti dal versante di Romano per la statale Cadorna, finalmente libera e interdetta ai mezzi a motore: una festa non competitiva, un po’ caotica ma sempre bella, anche se la cima era immersa nelle nuvole e si poteva solo immaginare il panorama (un motivo in più per tornarci!).

Ok, le settimane passano velocemente e la prova è vicina.
Ricordarsi che il ristoro è solo in cima, il rapporto dovrà essere agile, la frequenza di pedalata buona (altrimenti non si arriva!).
Ogni salita sono circa 25 km (+ 25 di discesa) e 1600 m di dislivello positivo.
Dopo la prima salita c’è la seconda, forse la terza, dalla quarta in poi rivolgersi agli iron men.
Speriamo non faccia troppo caldo.
Penso ci siano ancora posti disponibili, uno potrebbe essere il tuo!
Ciao

Francesco Pavan

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